Visitare Nicopolis, città romana dell’Epiro

Correva l’anno 31 a.C., era in corso una guerra civile senza precedenti tra i due personaggi più influenti della politica romana di quel tempo: Ottaviano e Marco Antonio. Non era stato difficile per Ottaviano, figlio adottivo di Giulio Cesare, convincere il Senato che Marco Antonio, divenuto amante della regina d’Egitto Cleopatra, costituiva una minaccia per Roma e per il suo ordinamento politico. Così sfidò in guerra il suo nemico, fino a una battaglia navale che si svolse nelle acque antistanti l’Epiro e Lefkada, presso Azio.

Quella battaglia ha cambiato per sempre il corso della Storia. Il 31 a.C. è una data che si studia a scuola fin dalle Elementari, perché segna a tutti gli effetti l’inizio convenzionale dell’Età Romana. Ottaviano sconfisse Marco Antonio. Da lì in avanti sarebbe diventato il numero 1 a Roma, assumendo il titolo di Augusto nel 29 a.C. e divenendo effettivamente imperatore nel 27 a.C.

Nicopolis, in Epiro, a pochi km da Azio, è la città fondata da Ottaviano proprio per celebrare la sua vittoria su Marco Antonio e il nuovo corso della Storia: in greco, infatti, Nicopolis significa “città della vittoria”. Perché non vi fossero dubbi sul motivo della fondazione, Ottaviano Augusto fece innalzare un grande altare celebrativo, i cui resti sono ancora visibili – anche se fortemente compromessi rispetto al suo aspetto originario – in una delle aree archeologiche che costituiscono oggi il sito di Nicopolis.

Base di statua con amazzonomachia

Nicopolis: il Museo Archeologico

La prima tappa per conoscere la città romana di Nicopolis è il Museo Archeologico. La visita al museo è la prima cosa da fare, innanzitutto perché dà un inquadramento storico, topografico, di contesto importante per capire poi gli altri siti che si andranno a visitare. E poi, non di secondario aspetto, perché è l’unica biglietteria col pos, mentre nei siti si può pagare solo in contanti perché, banalmente, non c’è rete internet.

Visitare il Museo archeologico di Nicopolis è importante innanzitutto per contestualizzare la città nella storia di un territorio, l’Epiro, che ha una storia ben più antica, che affonda le sue radici nella Grecia ellenistica e in quel Pirro re dell’Epiro che tutti noi abbiamo studiato alle elementari perché fu il primo a sfidare i Romani con gli elefanti. Dopo un video introduttivo sulla fondazione di Nicopolis, una lunga linea del tempo ci fa in effetti scoprire il legame tra Pirro e la città romana di molto successiva. L’esposizione museale propone i caratteri pubblici della città, a partire dal monumento celebrativo che Ottaviano Augusto volle erigere in memoria della vittoria di Azio, prosegue su statue di divinità, continua con la storia più recente, ovvero di epoca cristiana/bizantina, infine dedica ampio spazio alla cultura materiale (ceramiche, lucerne, vetri) e alla sacralità della morte. Un percorso completo per immergersi nella storia del sito, per avere un’introduzione e una contestualizzazione prima della visita alle aree archeologiche.

Museo archeologico di Nicopolis: statue di divinità femminili provenienti dalla città romana

Visitare Nicopolis: la domus di Ekdikos Georgios, la basilica cristiana e il Decumano lungo le mura

Il primo sito che incontriamo sul nostro cammino è decisamente pluristratificato: incontriamo ciò che resta di una magnifica domus di età augustea, appartenuta al ricco Ekdikos Georgios, che fa erigere la sua residenza su terrazze, in modo da connettere il pendio con il piano su cui corre il decumano massimo, viabilità principale della città. La domus, davvero imponente, godeva come oggi di una bella vista sul golfo di Azio. Al livello inferiore vi era un grande ninfeo, mentre ampie sostruzioni sostenevano il livello superiore, la zona living vera e propria. L’ingresso principale era dal decumano: da un primo cortile con impluvium, classico delle domus romane nelle quali si faceva in modo da raccogliere l’acqua piovana per usi domestici, si accedeva a un ampio spazio porticato più interno, sul quale affacciavano i principali ambienti della casa, tra cui il triclinio per i sontuosi pranzi e ricevimenti che il dominus organizzava per i suoi ospiti nella ridente città di Nicopolis. La grande domus ebbe lunghissima vita: rimaneggiamenti nell’organizzazione degli spazi interni e nei rifacimenti di certi tratti di muro dimostrano quanto questo edificio sia stato sfruttato ben oltre il tempo di Ekdikos Georgios e dei suoi discendenti.

Nicopolis, domus con vista panoramica sul golfo di Azio

Il decumano massimo è un’ampia via lastricata con basoli di calcare che corre adiacente alle mura cittadine. Mura che però sono ben posteriori, risalenti all’età tardoantica, che coincide qui con l’epoca cristiana. Nei pressi sorge la basilica, con i suoi pavimenti a mosaico con motivi vegetali e floreali e una grande iscrizione in caratteri greci.

Nicopolis: il decumano massimo

Visitare Nicopolis: le mura e l’Odeion

Un’altra ampia area archeologica è quella delle mura e dell’Odeion. Andando in macchina, si trova poco più avanti rispetto all’area che abbiamo appena visitato. Ci si para davanti una lunga e poderosa cinta muraria, nella quale si apre una porta dalla quale anticamente si entrava e si usciva. La cinta muraria di età tardoantica – o paleocristiana, come amano definirla qui – si conserva per ampio tratto in altri punti della città: la sua imponenza stupisce ed emoziona: ai filari di pietre alternati a laterizi si uniscono di tanto in tanto blocchi di reimpiego, come rocchi di colonne e altri elementi architettonici prelevati probabilmente da qualche edificio più antico in disuso, secondo una prassi ben consolidata in tutto l’impero in età tardoantica.

Nicopolis: le mura tardoantiche

Superata la porta aperta nelle mura si percorre un sentiero sterrato e assolato che dopo qualche centinaio di metri conduce all’Odeion. L’Odeion è un teatro di piccole dimensioni che a Nicopolis veniva impiegato per spettacoli musicali e poteva accogliere fino a mille spettatori. E’ molto ben conservato (e restaurato): vi si accede tranquillamente e si possono sia risalire i gradoni della cavea (gli spalti per il pubblico) che percorrere il lungo corridoio di servizio alle spalle.

Nicopolis, Odeion

Visitare Nicopolis: il Teatro Grande

Per distinguerlo dal piccolo Odeion, il teatro di Nicopolis viene chiamato “Grande” (Megalo, in greco). Fu fatto erigere da Ottaviano Augusto insieme ad altri edifici che si trovano nelle vicinanze, come lo Stadio, per poter istituire i giochi Aziaci (tà Aktià in greco): questi erano dedicati ad Apollo Azio e la prima edizione si celebrò nel 27 a.C. proprio per ricordare la vittoria navale su Marco Antonio. Oggi si può visitare il teatro, ben conservato ed effettivamente di grandi dimensioni rispetto al più modesto Odeion: un’ampia cavea di cui si conserva ancora la gradinata nella parte inferiore, mentre la parte più alta è coperta da un bel manto erbaceo, e un’imponente frons scaenae, laddove solitamente non si conserva così bene in elevato; mentre dello Stadio si intuisce l’ingresso e l’andamento allungato tipico di questo genere di edifici, ma le strutture murarie sono completamente avvolte dalla vegetazione. Intorno sorgono dei monumenti funerari più tardi.

Nicopolis: il teatro grande

Visitare Nicopolis: il Trofeo della Vittoria

Una vittoria così epocale non poteva passare sotto silenzio: così la vittoria di Azio comportò la fondazione ex novo di una città, Nicopolis, e l’erezione al suo interno di un monumento celebrativo davvero degno di quell’evento. Dedicato agli dei Marte, Nettuno e Apollo, fu costruito subito all’indomani della battaglia, tra il 29 e il 27 a.C. e dunque prima che Ottaviano assumesse il titolo di Augusto: di fatto è uno dei primi monumenti eretti della nuova città. Inoltre, fu costruito sul luogo in cui aveva stazionato l’esercito di Ottaviano: luogo dunque due volte simbolico. Costruito su due livelli, quello superiore era organizzato in un portico su tre lati aperto su un ampio spiazzo. Il portico, chiamato in greco Stoà, era decorato con pitture e terrecotte architettoniche decorate con varie scene quali la Lupa e i gemelli Romolo e Remo e il trionfo di Ottaviano a Roma alla fine della guerra civile. Nello spiazzo si ergeva un altare ad Apollo. Sul muro di contenimento inferiore erano apposti i 36 rostri delle navi sconfitte della flotta di Marco Antonio. Un’iscrizione celebrativa, poi, doveva ricordare la pace portata grazie alla battaglia e per intercessione del dio Nettuno.

Ricostruzione del Trofeo della Vittoria. Credits: aeneasroute.org

Concludendo: visitare Nicopolis, uno dei luoghi simbolo della Storia di Roma (e d’Europa)

Io sono un’archeologa e sono romantica. Soprattutto amo scoprire e visitare quei luoghi così fondamentali per la nostra storia e per la nostra cultura. Mi successe anni fa quando visitai Tarifa e la città romana di Baelo CLaudia (Bolonìa) posta sulle colonne d’Ercole; mi successe ancora prima ad Atene sull’Acropoli e prima ancora, quand’ero poco più che bambina, la prima volta che misi piede a Roma e vidi il Colosseo. O ancora, recentemente, quando ho visitato Stonehenge: luoghi che appartengono al nostro essere umanità e parte di una lunga Storia. Visitare Nicopolis mi ha fatto lo stesso effetto: mi ha dato il senso di camminare in un luogo in cui è stata scritta una delle pagine più importanti della storia europea e mediterranea; la battaglia di Azio, in quel 31 a.C., ha davvero segnato un punto di svolta nel mondo dell’epoca. Oggi la moderna Azio è poco più, o poco meno, di un toponimo. Eppure le imponenti rovine di Nicopolis, la città della vittoria costruita apposta per celebrare Azio, hanno esercitato su di me un richiamo davvero troppo forte per essere ignorato. E anche se la mia visita (al 15 di agosto, all’una del pomeriggio) è stata faticosa e impegnativa, più simile a un sogno abbacinato che a un’esplorazione consapevole, tuttavia sono felice di averla compiuta e soddisfatta di aver aggiunto alla mia personale mappa dei luoghi più importanti del mondo, anche questo.

Concludendo: Nicopolis non è certo tra le città più note del mondo romano, e non è certo tra i siti archeologici di Grecia più importanti. Tuttavia è consigliatissimo per chi ama la Storia e per chi, come me, ama farsi suggestionare dalla forza dell’Antico, dal carisma e dal genius loci che certi siti esercitano e promanano.

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