Gita in Mugello: Firenzuola e dintorni

Lo dico subito: questo non è un post che parla di trekking o di percorsi in montagna. Questo post vuole raccontare la classica gita fuoriporta, per chi ne parte da Firenze, Bologna, o si trova in zona, e vuole dedicare una giornata a quest’angolo di Mugello di frontiera tra la Toscana e l’Emilia Romagna.

Raggiungere Firenzuola: il Cimitero militare Germanico

Firenzuola è borgo di fondovalle nel cuore dell’Appennino tosco-emiliano a pochi km dal Passo della Futa. L’uscita dell’A1 Autostrada del Sole di Firenzuola in realtà sbocca all’altezza di Panna, luogo delle sorgenti dell’Acqua Panna, e a pochi km dal borgo di Galliano. Siamo altresì vicini al Passo della Futa ed è proprio verso il Passo che dobbiamo dirigerci, per poter raggiungere Fiorenzuola.

Poche curve prima del Passo un’architettura imponente e moderna attrae l’attenzione: è il Cimitero Militare Germanico, costruito su un’altura per dare degna sepoltura ai tantissimi soldati tedeschi vittime dell’orrore della II Guerra Mondiale che proprio su queste montagne, lungo la Linea Gotica, ha visto uno dei suoi teatri più accesi nella tarda estate/autunno del 1944.

Nel Mugello si trovano almeno due musei della Linea Gotica, uno a Ponzalla, comune di Scarperia, e uno a Firenzuola (lo vedremo tra breve): la narrazione è sicuramente pro partigiani e pro Alleati, anche perché la maggior parte dei materiali e reperti esposti in entrambi appartengono ai soldati Alleati. Per par condicio, e per onestà storica, il Cimitero Germanico Militare racconta il dolore dei tantissimi giovani soldati uccisi. Il cimitero/memoriale è un grande parco terrazzato che si erge su un’altura presso il Passo della Futa e domina un ampio panorama. E ricorda a chiunque che l’orrore della guerra fa vittime a prescindere, qualunque sia l’esercito schierato: e chi muore a prescindere è sconfitto e segna una sconfitta per lo Stato che l’ha mandato a combattere.

Il Cimitero Militare Germanico al tramonto

Il Cimitero Militare Germanico del Passo della Futa è il più grande tra i cimiteri analoghi costruiti dopo la guerra in Italia per accogliere le salme dei caduti nelle linee tedesche durante la Guerra. Il cimitero di Firenzuola fu costruito nel corso degli anni ’60 del Novecento e accoglie più di 30mila salme di soldati tedeschi caduti non solo sulla Linea Gotica, ma in altre località d’Italia, qui traslate per dare loro degna e onorata sepoltura.

Raggiungere Firenzuola: il Passo della Futa

Lasciamo il Cimitero Militare Germanico. Proseguendo lungo la via si raggiunge il Passo della Futa, sul quale si erge – come sempre sugli Appennini – un ristorante/hotel/Belvedere con ampio parcheggio. Questo, come tutti i passi appenninici, è il posto ideale per fermarsi per uno spuntino (come sul Passo della Consuma! a base di schiacciata), per pranzo, o semplicemente per fermarsi a guardare il panorama e farsi un selfie sotto il cartello che indica il Passo. Perché io non so voi, ma alle elementari ho mandato a memoria tutti i passi di tutte le regioni italiane, e il Passo della Futa è uno di quelli che non ho dimenticato!

Ma proseguiamo. La strada dal Passo della Futa comincia a scendere verso dolci colline in parte boscose, in parte pascoli per le greggi di pecore, capre e mucche. Siamo lungo la via del Latte (su cui torneremo) e il paesaggio è fortemente condizionato dall’alternanza tra bosco e prativo/pascolo. L’effetto è comunque magnifico.

La strada che porta al passo della Futa in autunno

Incontriamo piccolissimi borghi lungo il cammino, poco più che agglomerati di case con la chiesa e il bar, ma infine, a fondovalle, si giunge a Firenzuola.

Firenzuola: cosa fare, cosa vedere

Firenzuola è un piccolo borgo medievale cinto di mura al quale si accede attraverso la porta urbica chiamata Porta Fiorentina.

Firenzuola è una cosiddetta “terra nuova” ovvero un centro urbano fondato dal nulla dal comune di Firenze nel 1332 a metà strada circa tra Bologna e Firenze. Fu teatro di scontri tra guelfi e ghibellini (come molti centri toscani, tra cui la stessa Firenze, nel Trecento: sono gli scontri che hanno comportato, tra gli altri l’esilio di Dante Alighieri da Firenze). Il nome del borgo fortificato significa esattamente ciò che evoca: Firenzuola, piccola Firenze. E l’efficienza della sua fortificazione era una priorità a Firenze, anche successivamente, durante i gloriosi anni della Signoria: Lorenzo il Magnifico commissionò il rifacimento delle mura all’architetto Antonio da Sangallo, allievo di Filippo Brunelleschi, non esattamente l’ultimo arrivato. La fortificazione progettata dal Sangallo la vediamo ancora oggi: un circuito scarpato, con bastioni a punta acuta ai quattro angoli della città, concepita come rettangolare nel progetto urbanistico trecentesco. Lungo le mura correva il fossato, ulteriore linea di difesa: Firenzuola, la piccola Firenze, doveva essere inespugnabile.

Firenzuola, la Rocca, il fossato e la città moderna all’ombra degli Appennini

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, quando Firenzuola si trovava lungo la Linea Gotica, il borgo fu bombardato il 12 settembre 1944. La Porta Fiorentina, che costituisce l’ingresso nel centro, rimase in piedi.

Superata la Porta Fiorentina si percorre una strada porticata da ambo le parti. Sotto il portico di sinistra si incontra lo Spazio Culturale “La Guerra e la Memoria”. Questo Museo della Guerra propone manichini e vetrine piene di oggetti della vita quotidiana in trincea dei soldati: strumenti chirurgici per il primo soccorso, monodosi di sale, caffè e cacao, ma anche borracce, rasoi da barba, elmetti, divise e servizi da té. Non mancano le armi, le riviste dell’epoca, le cartine dell’Italia fascista, Sembra una stupidaggine, ma i manichini vestiti da soldati fanno impressione perché di fatto interpretano persone per sempre congelate in quella divisa, che sia degli Alleati o dei Tedeschi non fa differenza. Personalmente apprezzo musei come questo, piccoli, ingenui e con scarsa attenzione all’allestimento, perché comunque sono i testimoni più diretti di un passato recente e ancora indigesto per molti di noi. In Toscana sono diversi i Musei dedicati a vari aspetti della Seconda Guerra Mondiale, ma quello più simile per tematica e allestimento è il Museo della Guerra di Ponzalla, che ho già citato sopra.

Uno degli allestimenti dello Spazio Culturale “La Guerra e la Memoria”

Per approfondire: Musei della Seconda Guerra Mondiale in Toscana

Poco più avanti, alla fine del portico, si apre la grande piazza rettangolare che converge verso la Rocca, sede del comune e del Museo della Pietra Serena, allestito negli ambienti sotterranei.

La piazza di Firenzuola dominata dalla Rocca

La Rocca è una struttura fortificata militare non particolarmente grande, ma ben difesa da un fossato che le gira intorno. Le sue mura sono ben rinforzate e si capisce molto bene, guardandole, quanto dovesse essere importante difendere questo borgo nel tardo medioevo/Rinascimento. Si può percorrere un breve camminamento, accessibile anche alle carrozzine e ai passeggini, per raggiungere dalla piazza l’ingresso della Rocca superando il fossato. Da qui si vede la Firenzuola moderna fuori dal cerchio delle mura, e si può cominciare a osservare qualche scultura in pietra serena.

Alla pietra serena, come dicevo, è dedicato un piccolo museo allestito sotto la Rocca. Nel percorso espositivo si incontrano opere di artisti contemporanei che si sono confrontati con questo materiale molto adatto ad essere scolpito (in questo gli Etruschi furono i primi maestri). Il museo però non è un museo d’arte, ma piuttosto un museo etnografico, che racconta l’estrazione della pietra dalle cave e con l’esposizione dei manufatti in pietra serena che venivano utilizzati nelle case contadine di questo settore del Mugello.

Dintorni di Firenzuola: fall foliage lungo la Via del Latte

Se si visita questa parte di Mugello in autunno, ciò che colpisce è la vivacità dei colori delle foglie. Naturalmente se si percorre qualche trekking si hanno senz’altro più suggestioni, ma come ho detto dall’inizio, questo è un itinerario fuoriporta per chi si sposta in macchina (non tutti sono in grado di affrontare un trekking, anche se facile). Devo dire che anche restando sulla Provinciale le suggestioni da fall foliage, ovvero del fogliame dorato e rosso proprio dei colori dell’autunno, non mancano. Il sole pomeridiano poi, con la sua luce calda che solo questa stagione regala, aiuta a far risaltare i toni accesi delle foglie che si stagliano contro l’azzurro del cielo e contro il verde dei prati tenuti a pascolo.

Il Mugello dorato dai colori dell’Autunno. Dintorni di Firenzuola

Ecco, pascolo. Perché qui ci troviamo lungo la Via del Latte, che attraversa il Mugello in lungo e in largo: in questa subregione è ben radicata la tradizione dell’allevamento. In valle (Scarperia, Borgo San Lorenzo) sono le mucche a farla da padrone, ma se si sale verso i passi di montagna ecco che insieme alle mucche arrivano pecore e capre. Le aziende agricole sono piuttosto diffuse e si può andare ad acquistare direttamente in azienda i prodotti.

Vicino a Firenzuola abbiamo visitato l’Azienda Agricola Da Pagliana, che ha una produzione di formaggi pecorini e caprini davvero di pregio. Le caprette dell’allevamento sono simpaticissime, così come i gatti che si aggirano nello spiazzo antistante l’ingresso. Da qui il panorama guarda le colline baciate dal sole che lentamente cala. I prodotti sono tutti di altissima qualità e grande sapore, che derivano sia dalla qualità ambientale dei pascoli, ma anche dalla sapienza di chi da decenni ormai è impegnato nel settore caseario. Si badi bene, queste parole le sto scrivendo di mia sponte, non sono stata sponsorizzata, né ho ricevuto fee per questo. Anzi, sono io quella che ha acquistato. Ma quando un prodotto è di pregio so riconoscerlo, e quando c’è passione e competenza in chi lavora anche. Ed è un bene che queste piccole realtà siano conosciute.

Ciao! Sono una delle caprette forza dell’azienda Da Pagliana

Il Mugello: un territorio da scoprire

Spero con questo post di aver instillato un po’ di curiosità verso questo angolo di Mugello. In genere su questo blog ho scritto del Mugello raccontandone diverse sue sfaccettature. Il Mugello è il territorio appenninico che separa Firenze da Bologna, ed è decisamente ricco di borghi, di storia, di arte, di cultura, di eventi, di natura e di peculiarità gastronomiche: un territorio non particolarmente esteso, ma che offre una spropositata quantità di esperienze e di curiosità da soddisfare.

Per approfondire il Mugello nel suo complesso consiglio la lettura di questi post:

Inoltre sicuramente altri post arriveranno, perché questo territorio è davvero ricchissimo e non smette mai di stupire. Io sono decisamente innamorata del Mugello. Voi lo conoscete?

3 pensieri riguardo “Gita in Mugello: Firenzuola e dintorni

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  1. Sì, lo conosco perché vengo dal Casentino, che con il Mugello confina. Però, come spesso succede ai local, non conosco tutti i dintorni a menadito… a Firenzuola ad esempio non sono mai stata! Ci sto facendo un pensierino!

  2. Mi piacerebbe fare una gita fuori porta come questa, non siamo lontanissimi, provo a proporlo al pigro marito, chissà che lo convinco visto che è amante della zona del Mugello.

  3. Non conosco questi posti, ma amo le gite fuori porta dove, come in questo caso, si possono unire storia, arte, natura e buona cucina. Grazie x le idee!!

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