Ventimiglia è l’ultima città d’Italia sul confine francese. Città di confine da sempre, fin da quanto col nome di Albintimilium era l’ultima città della Regio IX Liguria, secondo la divisione voluta dall’imperatore Augusto dell’Italia. Oltre Albintimilium iniziava, infatti, la Gallia. Oggi appena superato il confine vi è invece Mentone, ma Ventimiglia continua ad essere la città di frontiera.
Ciò che non tutti sanno è che Ventimiglia in realtà è formata da due, anzi tre, grandi quartieri: una è l’area gravitante sulla foce del fiume Nervia, che ricalca all’incirca il territorio un tempo occupato dalla città romana di Albintimilium e dove oggi infatti si trova l’Antiquarium e l’Area archeologica di Nervia, costituita da un complesso termale e soprattutto dal bel teatro antico che in estate ospita rassegne teatrali.
Se vuoi approfondire il quartiere di Nervia, con la città romana e l’Oasi naturalistica alla foce del torrente, leggi il post sul blog Visitare l’estremo Ponente Ligure.
C’è poi una Ventimiglia moderna che va all’incirca dalla stazione FS fino alla foce del fiume Roja comprendendo anche la passeggiata a mare. Non particolarmente attraente, se devo essere sincera. Infine c’è Ventimiglia Alta, che è il borgo medievale d’altura che si formò dopo l’abbandono di Albintimilium, e che è uno scrigno di tesori tutti da scoprire.
Ventimiglia alta è cinta da mura, e l’ingresso avviene da una delle sue porte. Si può arrivare con l’auto fino al parcheggio di Porta Nizza, che sovrasta il porticciolo e da cui si vede il poco distante Forte dell’Annunziata che ospita il Museo Archeologico “Girolamo Rossi”.
Visitare Ventimiglia Alta: da Porta Nizza all’Oratorio dei Neri
Davanti a Porta Nizza, rivolto verso il mare, è il Corsaro Nero. La statua in bronzo è un omaggio al leggendario Conte di Ventimiglia, reso famoso dai romanzi d’avventura di Emilio Salgari: vestito da pirata, con l’ampio cappello e la pistola infilata nel cinturone, l’eroe lancia lo sguardo fiero verso l’orizzonte, pronto a salpare verso nuove avventure.
Superata la porta ci si imbatte nella casa natale di Girolamo Rossi. Costui fu l’archeologo che alla fine dell’Ottocento fece i primi scavi nella romana Albintimilium nella località di Nervia. Alcuni dei materiali da lui scavati sono esposti al Museo ospitato nel Forte dell’Annunziata, poco fuori da qui, che invece è una grande fortezza militare ottocentesca la cui terrazza offre una vista spettacolare che spazia da levante a ponente fino alla vicina costa francese, senza disdegnare le spiagge e le baie sottostanti, come quella bellissima delle Calandre.
Proseguendo lungo la via che si inoltra nel borgo medievale, le cui case in pietra rivelano di tanto in tanto finestre ad arco acuto e archetti ciechi decorativi alle pareti, si incontra l’Oratorio dei Neri, una piccola ma preziosa aula barocca a tinte pastello voluta dalla Compagnia della Misericordia e dedicata a San Secondo, Orazione e Morte di N.S. Gesù Cristo. I confratelli sono detti Neri perché indossavano una cappa nera che ne garantiva l’anonimato quando compivano opere di misericordia. L’Oratorio è fondato nel 1650 e da lì in avanti viene arricchito di opere d’arte e di arredi scultorei.
La volta a botte è affrescata e decorata con stucchi. L’impressione è di grande leggerezza e ariosità. Alle pareti agli stucchi si alternano dipinti che raffigurano santi. La parete di fondo è dominata dal bell’altare maggiore sopra il quale è scolpita a rilievo in marmo bianco una scena di crocifissione inquadrata da due colonne tortili nere per lato, che conferiscono eleganza e leggerezza. Davanti all’altare la statua di Cristo deposto dalla croce, sdraiato supino, in un’iconografia decisamente particolare.
Visitare Ventimiglia Alta: la Biblioteca Aprosiana
Proseguendo lungo via Giuseppe Garibaldi, si incontra un luogo davvero particolare. La Biblioteca Civica Aprosiana. Angelico Aprosio, erudito e letterato nato a Ventimiglia nel 1607, proprio nella sua città natale aprì la prima biblioteca pubblica della Liguria e una delle prime in Italia. Se al piano terra dell’edificio oggi è ospitata la biblioteca civica, al primo piano è ospitato il Fondo Antico, cioè la biblioteca costituita da Angelico Aprosio, che fu un grande bibliofilo dei suoi tempi, tanto che collezionò e raccolse volumi, tra manoscritti, cinquecentine e opere a stampa sui più disparati argomenti, dai trattati d’arme agli scritti di natura religiosa, dai testi sacri ai trattati di medicina e scientifici. Al centro della grande libreria a parete della sala campeggia il ritratto di Angelico Aprosio, che sovrintende agli studiosi che maneggiano i suoi libri. In un’altra sala invece sono raccolti i ritratti di alcuni suoi amici, tra cardinali e personaggi di spicco dell’alta società genovese del suo tempo.
La Biblioteca Aprosiana è un luogo davvero di nicchia, i suoi volumi, tutti rilegati in pergamena, danno davvero il senso dell’antico e dell’importanza della letteratura e dei libri in tempi come oggi, in cui affidiamo tutta la nostra memoria al digitale. I libri antichi ci dimostrano che a distanza di secoli essi resistono e con essi tutto il sapere di cui sono portatori.
Tra i volumi, per me archeologa è interessantissimo il catalogo della collezione di un Cabinet des merveilles seicentesco nel quale accanto a robe anatomiche strane si trovano anche reperti antichi, come specchi etruschi, frammenti di geroglifici e lucerne romane dalle forme oscene: è il catalogo del Museo Cospiano di Cremona, interessantissimo, soprattutto nella scelta delle illustrazioni.
Un grazie sincero a Giovanni Russo, il bibliotecario dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri che con grande competenza e passione ci ha mostrato la biblioteca.
Visitare Ventimiglia Alta: la Cattedrale e il Battistero
Proseguendo lungo la via si arriva nella piazza della Cattedrale di Santa Maria Assunta. La chiesa è romanica. In realtà nel XVIII secolo subì un importante restauro che le cambiò i connotati trasformandola in una chiesa neoclassica. Ma alla fine dell’Ottocento, seguendo un uso dell’epoca molto discutibile, fu rimossa la facciata neoclassica e restituito l’aspetto romanico della chiesa primitiva. Il portale in facciata è magnifico, con arco a sesto acuto, avanzato rispetto alla facciata in pietra, mentre al di sopra al posto del rosone vi è una finestra a trifora.
L’interno, in pietra a vista, è spoglio e sobrio. L’altare maggiore, originale, è un cubo medievale scolpito a rilievo con motivi vegetali altomedievali. sul lato sinistro dell’altare si scende nella cripta, che indizia la presenza di una chiesa preromanica, risalente all’VIII-IX secolo.
Alla chiesa è annesso un battistero monumentale, ben visibile anche e soprattutto dall’esterno. A pianta ottagonale, si può scendere fino al livello della vasca battesimale, nella quale anticamente ci si battezzava per immersione, ovvero immergendosi all’interno della vasca, entrandovi a piedi scalzi, per uscirne battezzati in Cristo. Il rito era il seguente: nella notte di Pasqua i catecumeni accedevano al Battistero dall’esterno, si immergevano nella vasca battesimale, dopodiché, ammessi alla comunità cristiana, accedevano alla chiesa direttamente dal battistero. Anche nel battistero di Albenga (di cui ho parlato in un post specifico su Albenga) avveniva questo: i catecumeni entravano nel battistero monumentale da una porta, si battezzavano entrando nella vasca, dopodiché uscivano da una porta che dava sulla Cattedrale. Nello spazio del battistero sono esposti alcuni arredi architettonici di XII secolo. Il più simpatico è un capitello con un buffo cavallo scolpito a rilievo.
Visitare Ventimiglia Alta: la chiesa di San Michele Arcangelo
Lasciamo ora la direttrice di via Garibaldi e ritorniamo in direzione di Porta Nizza, salvo poi scendere uno dei carruggi che conducono in via dei Forni e ancora più giù fino a sbucare sulla piazza su cui apre Porta Piemonte. Qui sorge la chiesa romanica di San Michele Arcangelo la cui abside volta le spalle alla Val Roja scavata dal fiume Roja che nel mare di Ventimiglia va a sfociare. La chiesa di San Michele faceva parte di un monastero che fu costruito dai Conti di Ventimiglia intorno all’anno Mille; divenne così chiesa cimiteriale dei conti. Grazie alla munificenza dei suoi donatori, il monastero si dotò anche di un hospitale per l’accoglienza dei pellegrini e godette di molte donazioni di terreni. Dalla piazza che oggi si trova accanto alla chiesa, la vista domina sulla Val Roja, sulla città nuova e spazia fino al mare. Una bella posizione panoramica dunque, e strategica, perché Porta Piemonte era l’ingresso dai percorsi che ne venivano, per l’appunto, da nord, dalle montagne.
Per ulteriormente approfondire Ventimiglia alta, leggi Una piccola rinascita: Ventimiglia alta sul blog Visitare l’estremo Ponente ligure.
Oltre Ventimiglia alta: visitare Albintimilium
Come dicevo in apertura, la città di Ventimiglia è piuttosto estesa. A est, per prima cosa si incontra il quartiere di Nervia, che sorge sull’area un tempo occupata dalla città romana di Albintimilium. Di essa oggi è possibile visitare l’Antiquarium con annesso percorso di visita all’area archeologica delle terme e del teatro. Il teatro, interessato da un recente restauro, pur essendo piccolo (rispetto, almeno, al teatro di Ostia antica, o a quello di Nicopolis in Epiro) è molto ben conservato, elegante nelle sue fattezze: non sfrutta la pietra locale (la roccia qui si chiama puddinga ed è una sedimentaria piuttosto grezza), ma in pietra bianca de La Turbie, un calcare molto usato nella Costa Azzurra di età romana (ad esempio a Cemenelum, attuale quartiere di Cimiez a Nizza) e anche ad Albintimilium.
Il sito non è molto grande, ma l’Antiquarium merita la visita, anche perché è stato recentemente rinnovato in funzione dell’accessibilità ampliata al pubblico quanto più ampio possibile. E quindi via a video interattivi, a touchscreen che permettono di dialogare con le opere, a vetrine studiate proprio per introdurre, prima ancora che ad Albintimilium, alla cultura romana che in Albintimilium si respirava. Tra i reperti notevoli si distingue il “coltellino svizzero”, cioè uno strumento multifunzione completo di lame, lamette, pinzette, molto moderno e unico nel suo genere. Proprio ad esso è dedicato un touchscreen che permette di osservarlo in realtà aumentata, di ruotarlo come se lo avessimo in mano, di osservarne i dettagli.
La città romana è molto più estesa rispetto all’area archeologica, ma in parte giace sotto la città moderna e in parte è stata ed è oggetto di scavi archeologici. Mi si consenta a tal proposito il momento amarcord: proprio ad Albintimilium io, all’epoca 21enne studentessa di archeologia, feci il mio primo scavo, nell’area cosiddetta delle Insulae del Gas (perché c’è un gazometro, opera di archeologia industriale) e qui conobbi quello che oggi, dopo alterne vicende di entrambi, è il mio compagno di vita nonché l’altra metà del blog: Davide. Questo post su Ventimiglia nasce grazie a lui. C’è poi un’altra area di scavo, tuttora aperta, alla quale ho contribuito anch’io ormai quasi 20 anni fa: l’area delle mura settentrionali, dove è emersa una necropoli altomedievale di tutto rispetto. Le indagini archeologiche continuano e chissà che un giorno anche l’area delle mura settentrionali non possa essere annessa al percorso di visita dell’Antiquarium-terme-teatro.
Oltre Ventimiglia Alta: Villa Hanbury
Bisogna lasciare Ventimiglia e andare verso il confine con la Francia, giungendo a Capo Mortola. Qui sir Thomas Hanbury, aristocratico inglese che fu grande mecenate per la Ventimiglia di fine Ottocento, facendo costruire la scuola, tra le altre, fece realizzare su tutto il pendio di una collina digradante verso il mare un grande orto botanico che accogliesse tutte le essenze provenienti da ogni parte del mondo in cui lui, tra le altre cose, mercante di tè (potrei non amarlo, dunque?) era stato. Al centro fece costruire una villa che è una chicca architettonica elegantissima e sobria, che ben si sposa col paesaggio da sogno e da giardino che il Parco diventò.
Dalle piante grasse agli agrumi, dalle rosacee alle conifere, Thomas Hanbury raccolse un numero infinito di varietà di piante. L’Università di Genova oggi ha raccolto l’eredità di questo Orto Botanico così romantico, elegante e oggettivamente bello, facendone una palestra di biodiversità.
Oggi Villa Hanbury è aperta al pubblico e visitabile. Stupenda in ogni periodo dell’anno, si consiglia comunque la visita in primavera, quando la maggior parte delle piante, in particolare a maggio le rose e il glicine, sono in fiore.
Per approfondire: Il paradiso all’improvviso: i Giardini Hanbury sul blog Visitare l’estemo Ponente Ligure.
Oltre Villa Hanbury: i Balzi Rossi
Andando ancora più in là, spingendosi oltre Ponte San Luigi e sfiorando il confine francese, si arriva alle Grotte dei Balzi Rossi e al Museo che racconta le vicende dei primi abitanti di queste parti. Se il medioevo della cattedrale di Ventimiglia alta vi sembrava antica, se Albintimilium vi sembrava ancora più antica, qui arriviamo addirittura al Paleolitico. Oggi la falesia in cui si aprono le grotte “Bausi” in dialetto, da cui il nome Balzi, è fronte mare, e tanti in estate vengono a fare il bagno, senza preoccuparsi di ciò che c’è alle loro spalle. Ma le grotte alle loro spalle sono testimoni da millenni (24mila come minimo) di frequentazioni umane. E certo quei gruppi umani non venivano a fare il bagno. Anche perché il mare non c’era, era molto più arretrato rispetto ad oggi e davanti alla parete di roccia dei Balzi Rossi un tempo si stendeva un’ampia pianura, dove i nostri antenati potevano cacciare in totale libertà.
Ho parlato sia dei Balzi Rossi che di Villa Hanbury in un post specifico che ora vi linko, per cui non mi dilungo oltre su questi temi: Alla Porta Occidentale d’Italia: visitare Villa Hanbury e i Balzi Rossi
Spero con questo post di aver dato contezza di quanto una città di frontiera quale è Ventimiglia possa essere invece da considerare come meta di turismo culturale. Le città di frontiera solitamente sono considerate mete di passaggio, invece proprio in virtù di questo loro ruolo storico sono tanto più interessanti.
Qualche giorno nell’estremo Ponente Ligure: dove soggiornare
Se pensi di trascorrere qualche giorno tra l’estremo Ponente Ligure e la Costa Azzurra, ti consiglio dove dormire: è l’Hotel Rosalia, a Bordighera, molto vicino a Ventimiglia, lungo la costa. A conduzione familiare, dotato di parcheggio, posto sulla viabilità principale, è strategico come punto di partenza per tutte le tue esplorazioni.






















Ci sono stata nel 2021 e l’ho utilizzata come base per i miei spostamenti tra Francia e Italia. Non ho visitato molto della città dato che molto tempo l’ho trascorso a Mentone e a Monaco ma qui ho visto una splendida mostra di Steve McCurry. In compenso ho trovato il traffico davvero insostenibile.
Eh, Ventimiglia è la classica città in cui non sono stati in grado (per la conformazione stessa della città moderna) di migliorare il traffico cittadino. Non sapevo di una mostra di McCurry a Ventimiglia!