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Non è esattamente una località turistica. Eppure Benevento è la meta ideale per chi vuole fare una gita fuori porta fuori dai consueti percorsi turistici e con un occhio e un interesse agli aspetti culturali. Benevento è, infatti, una città dall’elevatissimo potenziale culturale, sia archeologico che storico-artistico. In questo post vi racconto Benevento attraverso i principali Luoghi della Cultura, tra musei, chiese e monumenti, che si collocano tra l’età preromana e l’età romanica. In mezzo ci sta l’epoca d’oro dell’impero romano, in particolare sotto Domiziano e soprattutto sotto Traiano, e poi l’età longobarda, quando Benevento era sede di Ducato.
Pronti ad affrontare questo viaggio indietro nel tempo?
Benevento, poco turistica, ma godibile
Ho visitato Benevento in una domenica d’inverno, sotto la pioggia mentre nei dintorni nevicava. Il centro storico è una lunga passeggiata pedonale sulla quale affacciano i negozi. Pochi bar o ristoranti, con un’offerta pensata principalmente per i locali. Io, ormai abituata a Roma dove i negozi sono aperti anche di domenica, sono rimasta un’attimo spiazzata. Ma mi sono ripresa subito. La via pedonale, dicevo, è una passeggiata in realtà molto piacevole. Parte dalla piazza su cui affaccia il Duomo e sale verso Santa Sofia e oltre. Imboccando una traversa si raggiunge l’Arco di Traiano (lo vedremo), proseguendo si arriva nella piazza di Santa Sofia, monumentalizzata da una torre campanaria e da una fontana.
Dire che Benevento è poco turistica non è una critica. Anzi, è una città che ancora non vive in funzione del turismo, perciò riesce a conservare ancora se stessa e la sua anima. Del resto l’offerta ricettiva non manca: b&b e ristoranti ci sono (anche se la domenica nel tratto tra centro storico e stazione si fa fatica a trovare qualcosa di aperto…) e l’offerta museale è molto ben strutturata, consapevole di essere probabilmente il solo attrattore in questa zona della Campania che è oggettivamente non semplice da raggiungere.
Oddio, in realtà è paradossalmente più comodo raggiungere Benevento in treno da Roma, che con l’AV in direzione di Lecce in due ore arriva, che non da Salerno, dove al posto del treno c’è un autobus di Ferrovie dello Stato che partendo dalla Stazione di Salerno arriva alla Stazione di Benevento dopo più di due ore di entroterra, tra paesi, curve e montagne.
Itinerario culturale a Benevento: l’Arco di Traiano
Il monumento più noto di Benevento è sicuramente l’Arco di Traiano: un arco onorario posto per celebrare l’imperatore e la realizzazione della via Traiana, una variante della via Appia che partendo da Benevento, dove l’Appia passava, raggiungeva Brindisi tagliando però verso la costa pugliese.

Siamo all’inizio del II secolo d.C.; Traiano è tra gli imperatori più importanti della storia di Roma: sotto il suo regno l’impero raggiunse la sua massima espansione; è autore di opere infrastrutturali e urbanistiche importantissime, come il Foro di Traiano, e gli annessi Mercati di Traiano, oggi ben visibili su via dei Fori Imperiali; la Colonna Traiana, capolavoro dell’arte imperiale, racconta come in un volumen che si srotola, le campagne militari grazie alle quali Traiano conquistò la Dacia; Traiano fu anche il costruttore del porto esagonale di Portus – oggi a Fiumicino – rendendo il porto di Roma il più importante non solo d’Italia ma di tutto il mondo romano; infine (non cronologicamente, né per importanza), fece tracciare la via Traiana per raggiungere più velocemente Brindisi e quindi poter far imbarcare più celermente le legioni verso Oriente.
L’Arco, che oggi appare al centro di una piazza, da una parte percorsa dalle automobili, dall’altra pedonale, fu costruito negli ultimi anni del regno di Traiano, tra il 114 e il 117 d.C., ed è ricchissimo di decorazioni scultoree che celebrano l’imperatore come comandante militare e politico, come generale vittorioso, ma anche e soprattutto come Optimus Princeps: in uno dei rilievi interni al fornice è infatti riportata la scena dell’istituzione degli alimenta, cioè un provvedimento preso dall’imperatore che con fondi propri assicurava sostentamento ai bambini bisognosi. Per saperne di più ti invito a sfogliare su instagram lo slideshow che dedica all’argomento @iusintempore.
Accanto all’Arco si trova un piccolo spazio musealizzato che raccoglie reperti, quali iscrizioni e altri elementi scultorei e lapidei, provenienti dal percorso dell’Appia. Tra di essi un rilievo con gladiatori.
Dalla protostoria al medioevo: il Museo del Sannio
Allestito nel convento attiguo alla chiesa longobarda di Santa Sofia, nel cuore del centro storico di Benevento, il Museo del Sannio è un percorso espositivo davvero molto ricco che racconta la storia del beneventano dalla protostoria all’età longobarda, per quanto riguarda l’archeologia, al piano terra, e la storia dell’arte dal medioevo in avanti al primo piano. In più la visita al chiostro è un’immersione nell’immaginario fantasioso degli scalpellini romanici.
Il percorso espositivo parte da una prima sala dedicata alla protostoria, con reperti ceramici provenienti da contesti funerari di VIII-VI secolo dalla necropoli di Caudium (avete presenti le famose “Forche Caudine” che abbiamo studiato alle elementari? In quell’occasione i Sanniti che vivevano in queste terre sconfissero i Romani. La famosa battaglia avvenne proprio presso Caudium) e da altri siti del territorio. Ma il percorso espositivo vero e proprio inizia in una sala attigua nella quale attraverso le necropoli sannitiche si espongono cronologicamente le ceramiche che costituivano i corredi della necropoli di Caudium e che vedono l’influenza e le importazioni dalla Grecia e dall’Apulia, ma anche dall’area tirrenica: non dimentichiamoci che qui siamo, oggi come allora, in un territorio interno, ma strategico punto di collegamento tra le due coste, tirrenica e adriatica nel sud Italia.
Il percorso museale prosegue e dall’età preromana transita nell’età romana piena, testimoniata da alcuni reperti funerari tra cui due rilievi raffiguranti gladiatori. Emerge una certa vitalità artistica in questa città che all’epoca molto più di ora era strategica nei collegamenti verso il sud Italia e verso l’Adriatico.
E poi arrivano i Longobardi. Benevento fu in effetti ducato Longobardo – oggi inserito nel sito diffuso Unesco I Longobardi in Italia – e testimonianza ne è la sezione museale dedicata proprio alla cultura materiale longobarda, quali armi, gioielli, corredi funerari e decorazioni architettoniche.
Al piano superiore del Museo si sviluppa una vera e propria pinacoteca con opere che vanno dal Medioevo all’età moderna.
Ma il capolavoro è fuori, nel chiostro. Anzi, è il chiostro. Le colonnine che caratterizzano i quattro lati del chiostro sono decorate con capitelli che sono un piccolo grande compendio di immaginario medievale. Gli abili e fantasiosi scalpellini hanno dato vita ad animali più o meno fantastici, a scene tratte dal Nuovo Testamento, ma anche allegorie e favole. Ognuno di questi capitelli racconta una storia fantastica ed è bellissimo perdersi nei dettagli, ora precisi, ora grotteschi. Certi capitelli sembra che possano prendere vita da un momento all’altro. Magnifici.
Iside a Benevento: il Museo ArCoS
Il Museo ArCoS sarebbe il Museo di Arte Contemporanea del Sannio, tuttavia la collezione più interessante – nonché il motivo per cui l’ho visitata – è l’allestimento dedicato alla presenza del culto di Iside nella Beneventum romana. Iside, divinità egizia tra le principali, in età romana gode di particolare fortuna, tanto che qua e là sorgono luoghi di culti dedicati alla dea: a Pompei, per esempio, a Portus (Fiumicino), e naturalmente a Roma, in Campo Marzio, dove già Giulio Cesare aveva fatto erigere un santuario dedicato alla dea, che fu poi ampliato e restaurato da Domiziano. E Domiziano fa erigere un santuario alla dea Iside anche a Benevento. In questa città del Sannio lungo la via Appia l’imperatore Domiziano fece innalzare un Iseo (questo il nome del luogo di culto di Iside) che decorò con obelischi e statue di leoni, di falchi (simbolo di Osiride), di sacerdoti e di adoratrici della dea, abbigliate con la tipica veste annodata sul davanti col “nodo isiaco”.
L’allestimento è molto suggestivo, la storia che si racconta nel museo è decisamente peculiare perché si concentra su un particolare aspetto della vita e della religiosità di Benevento in età romana. Un aspetto che, tra l’altro, non è così consueto trovare negli altri musei italiani e che però è affascinante, perché strizza l’occhio agli amanti dell’antico Egitto.
Il teatro romano di Benevento
Il monumento che non mi aspettavo. Un teatro immenso, ben conservato e che doveva accogliere fino a 15mila spettatori: decisamente grande come edificio da spettacolo, considerato che ci troviamo nel centro del Sannio. Ma siamo in età Traianea, l’imperatore fa realizzare la via Traiana, un arco onorario viene eretto e Benevento decisamente deve godere di un grande periodo di prosperità, non foss’altro che da qui devono transitare le legioni in direzione di Brindisi per superare l’Adriatico e andare nei Balcani, in Dacia o nell’oriente mediterraneo.
Il teatro è aperto al pubblico e visitabile: notevoli gli elevati in mattoni, tipici dell’età traianea e successiva, mentre i restauri voluti da Caracalla dotanto l’edificio di decorazioni architettoniche in marmo di pregio. Buffo, oggi Benevento è una città qualunque (non vi offendete, eh, ma non è un capoluogo di regione, né è tra le città più “importanti” d’Italia) però in passato doveva essere davvero una città in posizione davvero strategica e per questo molto fiorente e sviluppata: oltre al teatro, infatti, poco distante c’è il sito delle Terme urbane, chiuse al pubblico, vicino al Foro cittadino. Benevento era una città grande, sulla quale gli imperatori investivano perché evidentemente era importante lungo le vie verso l’Oriente.
La cattedrale di Benevento
Con brusco salto temporale saltiamo al Medioevo. Non ci sono più i Romani né i Longobardi. La Cattedrale di Benevento viene eretta avendo cura di inserire in facciata e sulle pareti esterne del campanile rilievi, iscrizioni, elementi architettonici e decorativi recuperati da monumenti o edifici romani in rovina: il risultato è un curioso patchwork dal quale ogni tanto sbucano teste umane o animali e lettere in una lingua antica. Molto bello, colossale, anzi, il grande portale romanico che monumentalizzava l’ingresso: oggi al suo posto si trova una copia, mentre l’originale è stato arretrato e oggi si trova all’interno della chiesa. La quale, va detto, fu quasi completamente distrutta dai bombardamenti Alleati durante la II Guerra Mondiale, e infatti all’interno è completamente nuovo, arioso, illuminato. Attiguo al Duomo si può visitare il Museo Diocesano, il cui percorso di visita per prima cosa ci fa scendere nei livelli al di sotto della chiesa romanica, che insiste su un quartiere edificato in età romana. Ci troviamo infatti vicino al Foro. Le vestigia del Foro romano, anzi, si conservano, accanto a quelle di un grande impianto termale, fuori dal Duomo, lungo via Carlo Torre che corre parallela alla sua fiancata fino a raggiungere il cosiddetto Arco del Sacramento, l’antica porta monumentale di accesso al foro. Oggi l’area archeologica del foro è chiusa al pubblico, ma è dotata di percorsi e potenzialmente visitabile, in ogni caso visibile dall’esterno.
Concludendo
Benevento, come dicevo in apertura, è molto più dell’Arco di Traiano, è molto più di una semplice città romana posta sull’Appia: Benevento dimostra una ricchezza culturale ereditata dal passato sannita, romano e longobardo che lascia davvero esterrefatti. Una città dall’altissimo potenziale culturale e di conseguenza di un certo turismo che ama scoprire luoghi lontani dai soliti flussi, ma estremamente interessanti e culturalmente affascinanti. La ricchezza e varietà del nostro patrimonio si manifesta forte e chiara ancora una volta.

















