Belgrado: le cose da sapere prima di partire

Sono stata recentemente a Belgrado per lavoro. Non avevo mai preso in considerazione infatti la capitale della Serbia per un viaggio, ma quando mi si è presentata l’opportunità, beh… eccomi prendere il primo volo e partire! Qui tutte le info utili che ho imparato nel corso del mio breve soggiorno a Belgrado, con la speranza che possano tornare utili a tutti voi.

PS: qui non troverete un itinerario in città. Per quello dovete leggere il post dedicato: Cosa fare a Belgrado in un giorno.

Prima di partire: documento di identità, moneta e… occhio al traffico dati!

Per chi viaggia dall’Italia è utile sapere che il passaporto è caldamente consigliato, ma non è obbligatorio e può bastare la carta d’identità italiana. Occhio, però, perché se avete ancora la buona vecchia carta d’identità cartacea i controlli sia in uscita che in entrata si fanno moooolto più lunghi.

In Serbia non c’è l’euro, ma la moneta locale, il dinaro, che vale circa 0,85 €. In teoria si può sopravvivere anche senza cambiare e usando solo il bancomat, ma attenzione, perché ci sono alcune strutture, come ad esempio il Tesla Museum che, a dispetto della visionarietà del grande inventore cui è dedicato, accetta solo contanti e in moneta locale. Nei negozi di souvenirs, invece, sono accettati indistintamente dinari o euro anche in moneta. Negli esercizi commerciali normali, infine, non c’è problema. Anche sui mezzi pubblici occorre fare attenzione, perché il biglietto spesso si fa sul mezzo (ad esempio se dall’aeroporto si prende la navetta A1) e in contanti. Il consiglio è, quindi, di prelevare a uno dei cambi che si trovano in aeroporto verso l’uscita una cifra non esagerata e tenerla per gli acquisti di piccola entità o in caso di necessità.

L’aeroporto Nikola Teszla

La Serbia non è ancora a pieno titolo all’interno dell’Unione Europea, di conseguenza è fuori dal roaming internazionale. Il che significa che se vi collegate col vostro traffico dati, spendete l’ira di dio in poco meno di un’ora con conseguente blocco da parte della compagnia telefonica (se lo prevede) del traffico anche quando rientrate in Italia. Consultate quindi sempre prima il vostro operatore telefonico e siate certi che non vi dia una risposta ambigua (come ha fatto con me Coopvoce, per esempio…). In compenso troverete reti wifi abbastanza spesso, sicuramente nei ristoranti e negli hotel.

Come affrontare il cirillico

Eh sì, in Serbia l’alfabeto è cirillico, in una variante peraltro diversa dal russo, tanto che si parla di cirillico serbo. Il cirillico è quell’alfabeto creato secondo il mito dal vescovo bizantino Cirillo, ma che in realtà discende da un antico alfabeto, chiamato glagolitico, tipico dei Balcani (questo sì, attribuibile a Cirillo e al suo compare Metodio). In ogni caso il cirillico è un alfabeto ben diverso dal nostro e anche da quello greco. Se volete saperne la storia e l’origine, andate su Wikipedia che è sicuramente più esaustiva di come potrei essere io. Sappiate però che a Belgrado incontrerete scritte, indicazioni, nomi di vie, in alfabeto cirillico serbo. E questo potrebbe comportare qualche problema che, unito alla lingua slava, potrebbe poter portare a qualche problema di comprensione.

Allora, lungi da me diventare linguista e insegnarvi il serbo, vi riporto però alcune parole che potrebbero tornarvi comode, sia da dire che da leggere.

  • città: grad: град
  • Aeroporto: aerodrom: аеродром
  • benvenuto: dobrodovsli: добродошли
  • grazie: hvala: Хвала
  • caffè: kafa: кафа
  • ristorante: restoran: ресторан
  • vino rosso e vino bianco: crno vino / belo vino: црно вино / бело вино
  • buongiorno: dobro jutro: Добро јутро
  • buonasera: dobro veče: Добро вече

Ora che sapete il serbo e sapete leggere il cirillico, potete entrare in città.

Raggiungere il centro dall’aeroporto

Allora. Dipende da dove dovete andare. Ma – e questo di nuovo l’ho sperimentato mio malgrado sulla mia pelle – non pensate che quando trovate l’indicazione di una navetta che va dall’aeroporto, Aerodrom Nikola Teszla, alla stazione, si intenda la stazione centrale in Belgrado centro. La navetta A1, che è consigliata anche sul sito Turismoinserbia.it, in realtà lascia alla stazione ferroviaria e dei treni di Novi Beograd, ben fuori dal centro. Neanche Google Maps con le sue indicazioni aiuta.

Condomini brutalisti in Novi Beograd

Diciamo che il taxi è un’alternativa valida: con un prezzo che varia tra i 20 e i 45 € porta in centro a Belgrado: se si viaggia in gruppo (noi eravamo in 4) la spesa è ben ripartita… Se invece si vogliono sperimentare i mezzi pubblici allora l’A1 lascia all’autostazione, e da qui a seconda di dove si vuole andare si prende il tram o il bus di riferimento. Attenzione, però, che le indicazioni sono in cirillico (v. sopra), quindi lascerei quest’opzione ai viaggiatori esperti e/o avventurosi. Ah, altra cosa: gli autisti dei bus non parlano inglese, quindi sarà durissima farsi capire.

Tutto il fascino dell’architettura brutalista

Sia che lasciate l’aeroporto in autobus, sia che lo facciate comodamente seduti in taxi, osservate fuori dal finestrino i quartieri residenziali di Novi Beograd. Siamo nella patria dell’architettura sovietica del secondo Dopoguerra, chiamata anche architettura brutalista. A dispetto del nome, va detto, certi edifici sono decisamente affascinanti, ma la stragrande maggioranza è costituita da grandi immensi palazzoni tutti uguali, tutti grigi di cemento a vista, qualcuno con una quasi ironica grande pubblicità della coca-cola che lo sovrasta. Perché il socialismo sovietico è finito, e la coca-cola è lì a ricordarcelo.

La Genex Tower – Porta di Belgrado

Tra gli edifici brutalisti che meritano menzione due sono particolarmente interessanti:

  • Genex Tower, porta occidentale della città: un edificio avveniristico, completato nel 1980, opera dell’architetto Mihajlo Mitrović, che è costituito da due alte torri unite in cima da un grosso ufo circolare che doveva ospitare un ristorante panoramico girevole. Alto nel complesso 154 m, questo complesso in cemento armato a vista era allo stesso tempo un simbolo dell’efficienza socialista e di propaganda politica. Il fatto che il ristorante grevole non abbia mai girato è totalmente marginale…
  • Palazzo di Serbia: costruito nel 1959 e sede fino al 2003 del Governo della Repubblica Federale di Jugoslavia, oggi è sede della Repubblica di Serbia. Si tratta di un grande complesso in stile brutalista che ha pianta a forma di H e si estende su un’area di circa 5.500 m². La parte centrale inferiore è coperta da una cupola di vetro dove si trova la camera delle assemblee che può ospitare fino a 2.000 persone. Affacciato su due grandi vie di comunicazione che attraversano Novi Beograd in direzione dell’aeroporto, è difficile non incontrarla.
Il Palazzo di Serbia

Qualche cenno sulla cucina serba

La cucina balcanica, e la serba non fa eccezione, è una cucina fatta di piatti corposi e di grandi pietanze a base di carne. Il piatto tipico per eccellenza è i Cevapi, che troviamo – scritti magari diversamente – anche in Slovenia e in Croazia, e che sono piccole polpette allungate di carne macinata speziata cotte alla griglia. In realtà il re dei piatti tipici è la chorba, la zuppa che può essere a base di vari ingredienti, dal pollo all’agnello, alle patate, ai funghi. Tornando alle carni, molto apprezzata è la pljeskavica , una sorta di hamburger di carne macinata, nuovamente speziata che può essere accompagnata, se si vuole veramente esagerare, con un formaggio fuso, il kejmak. Questo formaggio è alla base di una pietanza che – dopo averla provata – ritengo sia il nemico numero uno di chi ha problemi di colesterolo: la karađorđeva, una cotoletta di maiale o vitello sottile, impanata e fritta, ma arrotolata su se stessa a costituire un cilindro allungato che all’interno, quando la si taglia, ha una sorpresa: il kajmak, appunto, fuso, che esonda inondando il piatto. Non esattamente una bella immagine.

Cucina serba: la karađorđeva

Tra i contorni ho incontrato il tarator, una variante balcanica dello tsatziki greco, e cioè un’insalata di cetrioli, aglio e yogurt. Molto fresca, ottima per contrastare il grasso dei piatti a base di carne che , se non ci si è abituati, dopo un po’ stuccano (anche perché le porzioni sono abbondanti).

Cucina serba: cevapi e tarator

Nei dolci spaziamo tra la tradizione austroungarica della Palacinka – una sorta di crèpe – e il baklava greco/turco (gli Ottomani a lungo hanno occupato Belgrado e la regione). Ma se si vuole mangiare un dolce che è tipico di Belgrado, occorre andare al bistrot dell’Hotel Moskva, nel cuore del centro storico di Belgrado, dove si prepara una torta che è stata inventata qui e che è la torta Moskva: una dolcezza fresca che non ci si aspetterebbe: un pan di spagna con creme alle albicocche e ciliegie, decisamentemolto fresca e ottima da accompagnare con un tè nero bollente. Ne parlo più diffusamente qui: Atmosfere a Orient Express all’Hotel Moskva di Belgrado

Una fetta di torta Moskva e una bella e corroborante tazza di tè (mentre fuori nevica…)

Chi l’avrebbe mai detto? Ottimi vini!

Eh già, provare per credere! I vini serbi non hanno niente a che invidiare ai nostri. I rossi usano uve merlot e sono vini di spessore, di carattere, che ben accompagnano le carni grasse e abbondanti dei principali piatti della cucina serba. Attenzione, perché se li fanno pagare! Una bottiglia può spaziare dall’equivalente dei 20 ai 50 €, come niente. La qualità però ve lo ribadisco, è garantita.

Tuttavia la vera sorpresa non sta nei vini, quanto nell’aperitivo che, qui in Serbia, è a base di Rakia, ovvero di acquavite variamente aromatizzata alla pera, alla mela cotogna, alla prugna o all’albicocca. Rigorosamente servita per aperitivo a stomaco vuoto prima di cena, non si può fare a meno prima di iniziare a cenare. Quanto di più distante dal nostro modo di pensare, vero?

Vini serbi in tavola

Natale si festeggia il 7 gennaio e le feste natalizie durano fino a fine gennaio

Il 27 gennaio è la Festa di San Sava, il santo nazionale, colui che ha portato il rito ortodosso bizantino in Serbia. Fino al 27 gennaio la Serbia è vestita a festa: il periodo natalizio, che da noi termina con la Befana, qui va avanti fino a fine gennaio. E quindi per le strade luci accese, mercatini di Natale nelle vie più glam del centro. Metteteci pure la neve in una sera particolarmente fredda e il gioco è fatto.

San Sava è il santo in alto a sinistra. Chiesina di Svete Petke, nel complesso della fortezza di Kalemegdan (Belgrado)

Ma non solo, in Serbia il giorno di Natale si celebra il 7 gennaio! Segue quindi il Calendario Giuliano, mentre noi di tradizione cattolica seguiamo il Calendario Gregoriano. Di conseguenza è tutto traslato: Santo Stefano cade il 9 gennaio e il giorno dell’Epifania non si festeggia il 6 gennaio, come nel calendario cristiano cattolico, ma il 19 gennaio, cioè immediatamente dopo che – secondo il calendario liturgico – Giovanni il Battista Battezza Cristo nel Giordano. La cosa buffa è che in occasione dell’Epifania in tutta la Serbia, non solo a Belgrado, si fa una cosa che è molto simile al “cimento invernale” che si fa in Italia al mare o nei fiumi il giorno di Capodanno: una sorta di nuotata per la Santa Croce che anticamente aveva un valore rituale ancora più antico del Cristianesimo: un tempo si “lavavano” nell’acqua dei fiumi gli idoli, poi questo lavaggio è diventato una sorta di rappresentazione del battesimo e gli antichi idoli pagani sono stati sostituiti dalle icone di San Giovanni Battista. E a proposito di San Giovanni, non si festeggia il 24 giugno come in Italia, ma il 20 gennaio, subito dopo l’Epifania.

E infine si arriva al 27 gennaio, giorno che nel calendario liturgico serbo celebra San Sava nel giorno della sua morte, il 27 gennaio del 1236. Dal 7 gennaio, giorno di Natale, al 27 gennaio giorno di San Sava, sono esattamente 20 giorni di feste natalizie, che in città si manifestano nei Mercatini di Natale lungo Kneza Mihaila, una delle vie centrali della città, resa pedonale e di conseguenza fulcro dello struscio cittadino. I mercatini non sono esuberanti come quelli di altre capitali europee, tuttavia fanno un po’ di atmosfera. Di sera, con le luci natalizie – e magari un po’ di neve – sono piuttosto suggestive.

4 pensieri riguardo “Belgrado: le cose da sapere prima di partire

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  1. Belgrado è una città che mi affascina molto, ma per il momento non sono ancora riuscita a trovare voli diretti o comunque a un prezzo accettabile. Ma sono fiduciosa: prima o poi succederà e questo articolo mi sarà molto utile nella pianificazione del viaggio. L’architettura brutalista a volte è talmente brutta da essere quasi bella, quindi sono sicura che anche da questo punto di vista Belgrado mi darebbe delle soddisfazioni!

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