Musei di Atene: quali visitare

Atene, città di musei. La culla della civiltà occidentale ha un’offerta culturale ricchissima, che va ben oltre l’Acropoli e l’Agorà. In questo post ho raccolto i principali (tutti sarebbe impossibile, ma non è escluso che a furia di tornarci non completo la lista…) musei di Atene. Sono praticamente tutti archeologici, con la sola eccezione del Museo Benaki, che invece ha una collezione che va dalla preistoria al primo Novecento e che ha il suo fulcro nel periodo di dominazione ottomana.

Sarebbe impensabile vedere tutti questi musei in un’unica soluzione (a meno che non passiate ad Atene una settimana), però l’idea di questo post è quella di raccontarvi i percorsi espositivi per sommi capi, in modo che decidiate in autonomia quali eventualmente scegliere di visitare. Comunque, ve lo spoilero subito, uno è imprescindibile: il Museo dell’Acropoli.

Prendete appunti, oggi si va per musei!

Museo dell’Acropoli

Il top di gamma non solo dei musei di Atene, ma a mio parere del mondo. Il Museo dell’Acropoli è un museo di recente istituzione, costruito con un duplice scopo: dare finalmente un’adeguata collocazione alle numerose opere di scultura provenienti dall’Acropoli, in particolare dalla “Colmata Persiana”, una sorta di fossa nella quale gli Ateniesi al termine delle Guerre Persiane nel 480 a.C. deposero tutti gli ex voto e le statue che erano state danneggiate proprio durante l’assalto dell’Acropoli da parte dei guerrieri persiani guidati da Serse; ma soprattutto lo scopo del Museo dell’Acropoli è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla necessità della restituzione dei Marmi del Partenone da parte del British Museum di Londra, dove sono esposti diversi frammenti dei frontoni e dei fregi del tempio più importante della storia ellenica.

Museo dell’Acropoli: la hall della Colmata Persiana

L’esposizione si sviluppa su tre livelli, più uno, inferiore, che consente di visitare lo scavo degli edifici che qui sorgevano prima della costruzione del museo, in una stratigrafia che risale indietro nel tempo fino al V secolo a.C.; al primo livello trovano posto le statue e le sculture della “Colmata Persiana”: opere che sono unanimemente considerati capolavori della storia dell’arte come il Moskophoros (portatore di vitello) o kouroi e korai, rispettivamente statue di giovani ragazzi e di fanciulle.

Il secondo livello espone altre opere di scultura che provengono dall’Acropoli, come il fregio che decorava il tempietto di Atena Nike, all’ingresso dell’Acropoli; e poi, come ignorare le Cariatidi, statue/colonne raffiguranti donne che sorreggono una loggia dell’Eretteo, sull’Acropoli di Atene?

cariatidi museo acropoli
Le Cariatidi dell’Eretteo

Ma il cuore dell’esposizione è il terzo livello, concepito come una terrazza finestrata che guarda a 360° la città, orientata come il Partenone. E del Partenone ripropone le dimensioni e l’organizzazione delle sue decorazioni scultoree: il fregio esterno, con le metope figurate; il fregio interno della cella, nel quale era scolpito il corteo umano e divino che si svolgeva ad Atene ogni anno in occasione delle feste Panatenee; i due frontoni. Sono riuniti insieme sia i frammenti originali, provenienti dall’Acropoli, che i calchi dei frammenti che fanno parte della collezione del British Museum. E calchi e originali sono ben distinti: i calchi sono bianchi, riconoscibilissimi. Il messaggio è forte e chiaro: British Museum, restituisci i pezzi mancanti, perché ha senso esporli solo se sono tutti riuniti insieme.

Cecrope e Pandroso, personaggi mitici dell’origine di Atene sul frontone ovest del Partenone

L’allestimento è scenografico e spettacolare, il messaggio che il museo lancia è forte e chiaro: è un messaggio politico oltre che culturale, è un messaggio che si rivolge a tutti i visitatori; impossibile uscire da lì e continuare a pensare che un museo straniero continui a tenere dei reperti fondamentali per la storia dell’arte greca senza curarsi della cosa che dovrebbe valere di più: la correttezza dell’informazione archeologica, della restituzione del contesto.

Museo dell’Agorà

Di tutti i musei di cui parlo qui questo è il più piccolo e anche – passatemi il termine – bruttino. Questo perché il suo allestimento è lo stesso da decine d’anni, con vetrine vecchie e un’illuminazione giallastra che fa molto retrò. Tuttavia fa parte del percorso di visita dell’Agorà greca, pertanto tanto vale visitarlo e incontrare reperti di un certo livello, come ad esempio il corredo funerario della cd “Rich Athenian Lady”, una donna vissuta e morta nel IX secolo a.C., agli albori di Atene, appartenente sicuramente all’aristocrazia, stante la ricchezza dei reperti.

I modellini di granai parte del corredo della Rich Athenian Lady, che contribuiscono a identificare lo status sociale molto alto di questa sfortunata giovane donna (morta probabilmente per le complicanze di una gravidanza)

Museo Benaki

Il Museo nasce dalla collezione privata di Antonis Benaki e ripercorre tutta la storia della Grecia, dalla preistoria alla II Guerra Mondiale. Una collezione ricchissima, variegatissima che vede susseguirsi sui suoi tre piani di allestimento opere d’arte antica, icone bizantine, cultura materiale ottomana, diorami che ricreano ambientazioni di case ottomane (sono stupendi), abiti tradizionali ottomani, gioielli ellenistici e ottomani (strepitosi) e poi armi, dipinti e documenti del primo Novecento.

Museo Benaki: ambientazione di una casa ottomana

Una collezione vasta che riflette gli interessi del suo collezionista e che, dipanandosi sala dopo sala, vetrina dopo vetrina, di fatto ripercorre tutta la storia della penisola ellenica, dagli splendori dell’età classica in avanti, attraverso l’età romana, bizantina, ottomana e infine greca moderna, finalmente. Ricchissima di spunti di riflessione, di voglia di approfondimento: ed è esattamente questo che dovrebbe fare un museo: ulteriormente incuriosire, stimolare, far andare ad approfondire.

Museo dell’Arte Cicladica

Altro museo che nasce da una collezione privata, peraltro a pochissima distanza dal Benaki, e che vede il suo fulcro nella collezione di arte cicladica – come dice fin nel nome. Ma la collezione in realtà è più ampia e l’allestimento è molto didattico, fatto apposta per chi non ha rudimenti di arte greca né tantomeno conosce la differenza tra arte cicladica e arte cipriota.

Per cicladica si intende l’arte che si sviluppò nelle isole Cicladi nel III millennio a.C. e che si esprime soprattutto nei cosiddetti Idoletti cicladici, statuette in marmo, maschili e femminili che costituiscono interessanti documenti delle capacità di raffigurare l’anatomia umana in un’epoca così antica in un contesto tutto sommato isolato com’era quello cicladico.

Museo dell’Arte Cicladica, Idoletto cicladico

L’arte cipriota, invece, è una forma particolarissima di arte e di cultura materiale, che si sviluppò in forme proprie per via del suo isolamento geografico, tra il III e il II millennio a.C. e che investe la produzione ceramica, con forme e decorazioni peculiari, e le arti plastiche, in particolare le statuette in terracotta che raffigurano cavalieri, o ancora i primi ritratti scultorei in pietra di uomini barbati. Insomma, un museo molto gradevole, ben spiegato, e con reperti notevoli, che raramente vedremo fuori dalla Grecia.

Museo archeologico del Pireo

Lasciamo il centro di Atene e prendiamo la metro in direzione del Pireo, l’antico – e moderno – porto di Atene articolato su tre baie poco distanti l’una dall’altra. Il museo del Pireo non è particolarmente grande, ed espone principalmente opere provenienti da contesti funerari, in particolare la lunga necropoli che si sviluppava lungo la strada che dal Pireo conduceva verso Atene.

Museo del Pireo, Artemide giovanile, originale in bronzo di IV secolo a.C.

Ma l’importanza di questo museo sta in una sala, nella quale sono esposte alcune grandi statue in bronzo che sono scampate alle razzie ordinate da Lucio Cornelio Silla per importare opere d’arte a Roma all’inizio del I secolo a.C. Queste statue, che rappresentano Artemide, Athena, Apollo, sono state rinvenute tutte insieme in quello che è stato interpretato come nascondiglio, proprio per sperare di sottrarle alla brama di opere d’arte del generale romano. Ed evidentemente il nascondiglio si è rivelato efficace, perché sono rimaste celate finché non sono state individuate e scoperte da scavi archeologici. E vederle da vicino è magnifico: sono originali in bronzo, conservano ancora gli occhi che sono così vividi! Vale la pena di affrontare un viaggio fino al Pireo (e beccarsi una pioggia torrenziale sulla testa sulla via del ritorno) per vedere queste opere davvero uniche.

2 pensieri riguardo “Musei di Atene: quali visitare

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  1. La Grecia ci ha rubato il cuore, siamo stati per la prima volta quest’anno in una delle Cicladi e torneremo tra un paio di settimane in un’altra isola.

    Atene è sicuramente un’altra meta greca che vorremmo visitare, magari non in estate, proprio per immergerci nell’esperienza culturale del posto e scoprirne i musei ricchi di storia. Dal Museo dell’Acropoli in cui perderei ore a osservare ogni dettaglio delle statue al museo archeologico del Pireo. Non conoscevo gli altri tre ma me li segno!

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