Campana: il borgo fantasma della Sila

Negli anni ho percorso l’altopiano della Sila in lungo e in largo. Eppure non mi ero ancora imbattuta in un borgo fantasma.

Campana è il borgo che non ti aspetti: si trova sul versante ionico della Sila, lungo la via della Sila. Quando arrivi ti sembra di essere in un paese come tanti altri, senza infamia e senza lode. Poi ti avventuri nelle viuzze e arrivi fin dove con l’auto non puoi più proseguire. Sei arrivato al Borgo Fantasma.

Campana: il borgo fantasma ricco di fascino

Lasciamo la macchina nell’ultima piazza del paese, dominata dalla chiesa della Madonna di Costantinopoli e da Palazzo Rizzo, oggi sede di una casa di riposo. La mia fantasia galoppa e già mi figuro l’incipit di un racconto in stile Edgar Allan Poe… perché stiamo per inoltrarci in una parte del borgo nella quale non vorrei trovarmi da sola di notte. Mica per paura di eventuali malintenzionati: no, per paura dei fantasmi che qui, secondo me, vivono per davvero.

Uno scorcio di Campana (CS), il borgo fantasma della Sila

Da Piazza Italia, su cui affaccia Palazzo Rizzo, si diparte una via, significativamente chiamata via Calaserna (torneremo tra poco sul nome). Percorrendo questa viuzza pian piano lasciamo il borgo abitato e vissuto e ci inoltriamo in un borgo che è rimasto abbandonato a se stesso da parecchi anni ormai. Tuttavia non è degrado la sensazione che percepisco. Certo, alcune situazioni sono alquanto drammatiche, certi edifici reggono “l’anima coi denti”, come si suol dire, tuttavia non ho la sensazione di un degrado disinteressato.

Discendendo via Calaserna sono diversi gli scorci che manderebbero in brodo di giuggiole gli amanti dell’urbex, ovvero della fotografia di luoghi ed edifici abbandonati: finestre ormai prive di vetri, muri diroccati, porte aperte su stanze buie e vuote. E poi a un certo punto pura poesia: una viuzza, stretta, ma soprattutto corta, intitolata a Erodoto: via Erodoto ci racconta che lo storico greco citò Calaserna – Kalasarna in greco – nella sua opera “Storie”. Ma ci torniamo tra poco.

Proseguendo si supera l’arco sovrastato dalla Torre Normanna, che costituiva l’ingresso al borgo un tempo. Da qui in avanti il borgo diventa ancora più spettrale: palazzi più recenti rispetto alla torre, eppure in stato di crollo e di abbandono più totale rivelano la natura del borgo fantasma: fantasma perché nel corso della seconda metà del Novecento la popolazione ha abbandonato in gran parte Campana per trasferirsi altrove, principalmente per emigrare al nord oppure in Belgio o in Svizzera. E le case lasciate qui alla mercé delle intemperie oggi raccontano una storia di decadenza intesa come il tempo che passa. Questo è ciò che i poeti Romantici, della prima metà dell’Ottocento, consideravano “sublime”. Ecco, io trovo che tutto ciò sia sublime.

La Torre Normanna di accesso al borgo di Campana

Campana, l’antica Kalasarna (o Calaserna) e il mito di Filottete

Campana vanta origini molto antiche. Qui infatti è stata individuata l’antica Kalasarna (o Calaserna) citata da Erodoto e da Strabone e che sarebbe stata fondata da un eroe greco. Un eroe non certo tra i più fortunati: Filottete, infatti, è l’eroe greco che, secondo il mito, fu ferito ancora prima di arrivare a Troia, dove i Greci per 10 anni avrebbero combattuto una lunghissima guerra. La ferita divenne talmente puzzolente da far sì che i suoi compagni non ne tollerassero più la presenza. Così Ulisse convinse i suoi ad abbandonarlo sull’isola di Lemno, con la sola compagnia delle sue armi. Peccato che, però, dopo 10 anni di guerra a Troia una profezia dica che senza Filottete la guerra non sarà vinta. Per cui lo stesso Ulisse torna a Lemno e convince Filottete ad andare a Troia: in cambio la sua ferita sarà curata grazie all’interessamento del dio Apollo in persona.

Uno scorcio di Campana (CS) il borgo fantasma della Sila

Alla fine della guerra di Troia Filottete è vivo, ma al ritorno in patria nuovamente viene osteggiato. Tanto che – e qui dal mito si passa ai racconti delle fondazioni delle colonie della Magna Grecia – Filottete dovette lasciare la madrepatria e riparare nella terra dei Bruttii, ovvero la Calabria ionica. Qui fondò – stando a Strabone e Erodoto – Krimisa, cioè l’attuale Cirò Marina – Petelia, corrispondente all’attuale Strongoli, poco più a sud di Cirò – Macalla e Chone, sempre nel territorio di Strongoli – e forse anche Kalasarna, nell’interno e in altura rispetto alle altre località.

Del centro magnogreco oggi non sopravvive nulla di evidente a Campana, ma la tradizione che rimonta così indietro nel tempo è senza dubbio ricca di fascino.

La Pietra dell’Elefante dell’Incavallicata

Ma c’è ancora un elemento estremamente affascinante di Campana: i due megaliti che si trovano in località Incavallicata, a pochi km dal borgo.

Si tratta di due rocce di arenaria che il tempo, il vento, la pioggia e le intemperie hanno eroso conferendo loro una forma che dà indubbiamente stimolo a illusioni pareidolitiche. La pareidolia è infatti quel fenomeno per cui noi siamo propensi a riconoscere in oggetti che hanno una forma casuale forme che invece riconduciamo a cose note; il caso più eclatante è quello delle nuvole: quante volte ci pare di riconoscere un cane, un volto umano, un unicorno, una nave, qualunque cosa? Eppure la nuvola chiaramente non ha assunto quella forma, ma è il nostro cervello ad associarvela.

La Pietra dell’Elefante dell’Incavallicata. Somiglia molto a un elefante, non è vero?

Per le rocce dell’Incavallicata accade lo stesso. Una di esse somiglia in maniera imbarazzante a un elefante, con tanto di proboscide e zanna (per essere precisi, qualcuno vi riconosce l’Elephas Antiquus, dunque un elefante che si è estinto in Italia molte migliaia di anni fa); l’altra mostra due semicolonne interpretate come le due gambe di un gigante.

Si tratta di due monumenti naturalistici decisamente suggestivi. Ovviamente c’è chi sostiene che non siano formazioni naturali, ma che vi sia dietro la mano dell’uomo che avrebbe modellato – non si sa come, non si sa quando, non si sa perché – la roccia in modo da ottenere queste due “statue”.

Quale che sia la verità – ma io da archeologa propendo per la spiegazione naturale – sicuramente il dibattito ha creato interesse intorno a queste rocce, in particolare alla Pietra dell’Elefante, facendo delle Pietre dell’Incavallicata un sito decisamente attrattivo (e gratuito). E se cercate su youtube troverete diversi video interessanti e più o meno convincenti.

Le Pietre dell’Incavallicata

Campana mi ha affascinato per il suo carattere di borgo antico e fantasma. A te affascinano i borghi fantasma? Sei attratto dai luoghi abbandonati? Raccontami la tua esperienza nei commenti o sulla pagina facebook Maraina in viaggio!

12 risposte a "Campana: il borgo fantasma della Sila"

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    1. Si vede, seguendoti, che i borghi dimenticati, meno noti e semiabbandonati ti affascinano. Anch’io sono attratta, non tanto dai borghi abbandonati, quanto da quelli antichi e ricchi di storie da raccontare. Che poi, trovami un borgo in Italia che non abbia niente da dire…

  1. Allora, intanto complimenti per l’articolo, mi sono davvero innamorata del tuo modo di raccontare! Anche senza le tue foto, sarei stata in grado di immaginare la città nella mia mente! Ma poi che luogo meraviglioso, io amo i luoghi abbandonati e Campana finisce direttamente nella mia lista di luoghi da visitare assolutamente 😍 grazie per avermela fatta scoprire!

    1. Ma grazie a te! A me piace andare a scovare questi posti ignoti ai più e fuori dai soliti percorsi. E ho scoperto anch’io che mi piacciono i borghi abbandonati… chissà, forse deriva dal fatto che sono archeologa e che ai ruderi ci sono abituata 😅

  2. Non ho mai visitato un borgo fantasma perché, che io sappia, qui dalle mie parti non ce ne sono. Anche se in effetti dovrei indagare sulle borgate di montagna abbandonate nel corso degli anni. Sicuramente però nessuno ha alle spalle un personaggio dalla storia travagliata come quella di Filottete!

  3. Sbaglio o in Calabria ce ne sono molti di borghi fantasma? Mi piacerebbe vedere questo di Campana, non lo conoscevo ma mi sembra molto ricco di scorci perfetto per la mia macchina fotografica!

  4. I borghi fantasma, gli edifici abbandonati e le leggende come quella di Filottetw mi intrigano sempre. L’Italia è piena di luoghi simili e prima o poi mi piacerebbe vederne un paio!

  5. Mi affascinano molto i borghi come questo, che hanno una storia così particolare. Mi ricorda molto un borgo che ho visitato in Liguria un paio di anni fa, anche se è molto più noto di questo 🙂 Grazie per aver condiviso la tua esperienza e sicuramente andrò a visitarlo se mai dovessi trovarmi da quelle parti!

    1. Scommetto che parli di Bussana Vecchia 😉 Beh, Campana è ben diversa da Bussana, e non vive il fenomeno della rioccupazione da parte di artisti, ma non è detto che non li richiami nei prossimi anni…

  6. I Borghi fantasma mi affascinano tantissimo!
    Qui in Liguria si stanno spopolando molti paesini dell’entroterra, che penso diventeranno a breve proprio così!

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