Visitare l’Abbazia delle Tre Fontane a Roma

Il sabato di Pasqua ho pensato bene di fare una piccolissima escursione in un luogo santo di Roma. Santo, ma incredibilmente non così meta di pellegrinaggi come ci si aspetterebbe: parlo dell’Abbazia delle Tre Fontane a Roma, che si trova alle estreme propaggini del quartiere EUR e che – almeno in linea d’aria – non è distantissimo (qualche km) dalla basilica di San Paolo fuori le Mura.

Anche se non sorge in un quartiere particolarmente urbanizzato, tuttavia fin da quando si varca il cancello (c’è un piccolo parcheggio all’interno) si percepisce la sensazione di stare entrando in un luogo “altro”, racchiuso, un piccolo mondo antico di pace e serenità. O forse è solo suggestione, ma non credo.

L’Abbazia delle Tre Fontane sorge nel luogo in cui avvenne il martirio di San Paolo.

La storia di San Paolo è stranota: cittadino romano in Asia Minore, piuttosto astioso nei confronti delle prime comunità cristiane all’indomani della resurrezione di Cristo, viene “folgorato sulla via di Damasco”: Dio gli parla, lui cade da cavallo e si converte, diventando il primo vero predicatore urbi et orbi di Cristo. Come San Pietro, il grande Padre della Chiesa, Paolo giunge a Roma e come san Pietro viene martirizzato. Il suo martirio non è particolarmente fantasioso (a fronte di certi martirii che conosciamo: come San Sebastiano trafitto da una nuvola di frecce, San Lorenzo bruciato vivo sulla graticola, San Pietro crocefisso al contrario, Sant’Andrea su una croce a X): Paolo viene semplicemente decapitato. Più interessante e avvolto nella leggenda ciò che seguì: la testa decapitata cadde e rimbalzò tre volte e a ogni rimbalzo immediatamente scaturì una sorgente, alla quale furono preso attribuite qualità terapeutiche e taumaturgiche. Ecco spiegato il nome del luogo sacro: le Tre Fontane. Ora va capito perché parliamo di abbazia.

Molto semplicemente, il sito del martirio di San Paolo diviene da subito un luogo di culto, ma assume l’aspetto dell’abbazia con l’avvento dei monaci cistercensi guidati da Bernardo di Chiaravalle.

L’Abbazia delle Tre Fontane è quindi un complesso abbaziale che sorge nell’alto medioevo e che si accresce nel corso del tempo di nuovi luoghi di culto tutti funzionali alla devozione a San Paolo.

La visita all’Abbazia delle Tre Fontane

L’ingresso al complesso abbaziale avviene tramite un arco monumentale, chiamato Arco di Carlo Magno, ma che con il primo imperatore del Sacro Romano Impero non ha niente a che fare: l’arco è effettivamente innalzato in età carolingia (IX-X secolo), ma Carlo Magno in persona non ha niente a che vedere con esso né con questo luogo di culto.

Superato l’arco alla vista si presenta sulla sinistra l’abbazia vera e propria, mentre davanti ai nostri occhi si ergono due chiese, la chiesa abbaziale e Santa Maria in Scala Coeli, una piccola chiesa a pianta centrale, lievemente rilevata grazie a una breve scalinata.

La chiesa abbaziale e Santa Maria in Scala Coeli

La prima chiesa in cui entriamo è la chiesa abbaziale.

Anche se siamo in un complesso ecclesiastico dedicato a San Paolo, in realtà la chiesa abbaziale, a pianta basilicale a tre navate, edificata nel basso medioevo, è dedicata a San Vincenzo e Sant’Anastasio di cui accoglie le reliquie. La chiesa è innalzata nello stile sobrio e austero proprio dei Cistercensi: i pochi reimpieghi di decorazioni architettoniche antiche si trovano nel portico antistante l’ingresso, mentre l’interno ha le arcate in mattoni e come uniche sobrie decorazioni porta su ogni pilastro ciascuno dei 12 apostoli (peraltro ben più tardi rispetto alla costruzione duecentesca). Uno spazio in cui – se si è da soli e nella giusta disposizione d’animo – davvero si sente un che di spirituale, comunque un’atmosfera che invita alla meditazione e al silenzio.

Abbazia delle Tre Fontane. L’interno della chiesa abbaziale

Accanto alla chiesa abbaziale sorge, in posizione lievemente sopraelevata, Santa Maria in Scala Coeli, una chiesa a pianta centrale che sorge su una più antica chiesa costruita in seguito alla visione che qui ebbe San Bernardo in persona, di una scala sulla quale salivano le anime del purgatorio verso il paradiso. La chiesa, che nelle sue forme attuali è cinquecentesca, accoglie nella sua cripta un altare dedicato a San Zenone martire cristiano insieme ad altri 10mila legionari, anch’essi cristiani: essi furono giustiziati durante le persecuzioni perpetrate sotto il regno di Diocleziano, l’ultima e la più terribile delle persecuzioni contro i Cristiani: secondo questo racconto Diocleziano preferì annientare completamente una legione del suo esercito che tollerare il fatto che i legionari che la componevano fossero cristiani. Tornando alla cripta, da essa si accedeva un tempo a un andito che fu il luogo in cui San Paolo fu tenuto prigioniero prima del martirio.

La chiesa è coperta da una volta letteralmente stellata, cioè affrescata di blu e puntinata di stelle. Un effetto molto bello. Quando si risale dalla cripta sembra davvero di “uscire a riveder le stelle”, come ha scritto Dante nella Divina Commedia.

Abbazia delle Tre Fontane. La volta della cupola stellata della chiesa di Santa Maria in Scala Coeli

La chiesa del martirio di San Paolo

Percorrendo un breve viale alberato si raggiunge il cuore del complesso di culto: la chiesa del Martirio di San Paolo. L’edificio attuale risale al 1599, commissionato dal Cardinale Pietro Aldobrandini, ma sostituisce una successione di luoghi di culto innalzati intorno alle tre fontane sgorgate ai tre rimbalzi della testa di San Paolo che qui fu decapitato, agli albori dell’era cristiana. Non è una chiesa di grandi dimensioni, perché di fatto si concentra sull’allineamento che vede in successione da destra a sinistra: in angolo la colonna (protetta da una pesante grata) alla quale fu legato San Paolo quando il boia gli spiccò la testa dal collo; a seguire tre edicole in marmo, molto eleganti, che monumentalizzano le tre sorgenti sante. Alle spalle dell’edicola centrale si apre l’abside affrescato con la scena del martirio di San Paolo. Le tre edicole sono tutte uguali, decorate da colonne in marmo nero, con lo stemma Aldobrandini e con la testa di San Paolo a rilievo nella parte inferiore. Ah, le tre sorgenti sono state chiuse – dice un pannello all’interno della chiesa – nel 1950 per motivi di inquinamento della falda: siccome le persone l’acqua santa delle tre sorgenti la bevevano, si ritenne opportuno evitare di avere una morìa di fedeli laddove essi speravano di essere miracolati.

Abbazia delle Tre Fontane. L’interno della Chiesa del Martirio di San Paolo

Nota da archeologa: è interessante il pavimento della chiesa, nel quale è stato collocato un pavimento a mosaico, peraltro proveniente dagli Scavi di Ostia, che fu donato da papa Pio IX nella seconda metà dell’Ottocento. Si tratta di un mosaico policromo particolarmente ben fatto: sono raffigurate le 4 personificazioni delle stagioni, autunno, inverno, primavera ed estate, racchiuse in cornici quadrate a tessere rosse, verdi e nere. Doveva decorare un edificio decisamente sontuoso nella sua collocazione originaria, a Ostia antica. Ma pure la Chiesa del Martirio di San Paolo all’Abbazia delle Tre Fontane è una collocazione sicuramente prestigiosa.

Visitare l’Abbazia delle Tre Fontane: info pratiche

L’Abbazia delle Tre Fontane non è particolarmente amata dal trasporto pubblico romano, per cui se siete automuniti è meglio. Altrimenti da Piramide potete provare una combinata con autobus e percorso a piedi. Se venite in macchina, all’interno c’è un parcheggio gratuito. In ogni caso anche fuori, sia su un lato della strada che sull’altro, c’è la possibilità di parcheggio. Sul lato opposto, anzi, c’è un parcheggio studiato appositamente per i pullman dei pellegrini. Sicuramente nell’anno del Giubileo sarà sempre pieno.

L’ingresso è gratuito, ovviamente, la visita non richiede percorsi obbligati. Il consiglio, per sapere cosa state vedendo in tempo reale, è di collegarvi al sito web di Abbazia delle Tre Fontane e andare a cliccare di volta in volta il punto sulla mappa di vostro interesse.

I bagni per i visitatori non mancano: all’ingresso e a lato della Chiesa del Martirio di San Paolo vi sono wc ad uso e consumo del pubblico. Pure troppi, forse, visto il flusso turistico e religioso in questo periodo, ma probabilmente durante il Giubileo del 2025 saranno utilissimi e sfruttatissimi.

Quale degna conclusione della visita, consiglio il punto vendita dei monaci che vendono anche la birra trappista italiana e il vino imbottigliato appositamente per le Tre Fontane, oltre a tutti quei bei classici prodotti dei monaci camaldolesi che vanno dai cosmetici ai profumi, agli infusi, al miele, ai liquori e ai biscotti, che troviamo anche in altri monasteri e abbazie aperti al pubblico in Italia.

Spero con questo post di avervi fatto innamorare di questo luogo così come me ne sono innamorata io. Era da tempo che volevo visitarlo, ma non so per quale motivo mi ero sempre trattenuta dal prendere la macchina e venire qui o dal fare una deviazione lungo la mia consueta rotta Ostia-Marconi. Ma sono contentissima di averlo fatto. Questo è un altro di quei luoghi di una Roma insolita, fuori dai consueti circuiti turistici, e forse poco nota ai Romani de Roma stessi, che vale la pena di far conoscere, in un’ottica di turismo lento che vada a decongestionare i luoghi più assaltati dai turisti, per raggiungere una dimensione più di nicchia, forse, ma certo più godibile. Io la visita all’Abbazia delle Tre Fontane me la sono proprio goduta. Spero che succederà anche a voi.

Per concludere vi lascio il reel – youtube short, nel quale racconto ancora più brevemente la bellezza e l’importanza dell’Abbazia delle Tre Fontane. Buona visione: https://youtube.com/shorts/HUzNTIH33vg?si=CwXdzawKv0FPaCCw

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