Tuscia delle Meraviglie: il Parco dei Mostri di Bomarzo

Nascosto nella Tuscia più interna, in una stretta valle boscosa e umida, si trova uno dei luoghi più sorprendenti d’Italia, un luogo in cui la nostra razionalità deve cedere il passo all’imprevedibilità, uno di quei luoghi in cui sembra di immergersi in un mondo fantasy. A suo tempo, sempre su questo blog, lo avevo definito il Parc Guell de noartri. E chi conosce Parc Guell a Barcellona sa a cosa mi riferisco e potrà darmi anche in parte ragione.

Sto parlando del Parco dei mostri di Bomarzo. Un luogo che nacque come giardino di meraviglie, nel Cinquecento, in piena verve umanistica, ma anche esoterica e alchimistica. La riscoperta della filosofia greca, delle divinità egizie, degli esperimenti scientifici antichi e medievali aveva dato vita a un filone di pensiero e di azione, presso i nobili, più istruiti e perciò più in grado di farsi ammaliare da teorie teosofiche o da formularne essi stessi, oppure da metterle in pratica. Così avviene a Bomarzo, dove il principe Pier Francesco Orsini incarica niente meno che Pirro Ligorio (chi è avvezzo con il Rinascimento sa di chi sto parlando) di realizzare un parco per “sfogare il core” a pezzi, forse, dopo la morte della moglie di Pier Francesco, Giulia Farnese.

Il Ninfeo, una delle architetture ricavate nella roccia nel Parco dei Mostri

Quella di Pier Francesco Orsini era l’epoca in cui si diffondevano i giardini che sarebbero poi stati chiamati “All’Italiana”: ampie aiuole distribuite in modo da formare armoniche figure geometriche, giochi d’acqua, di siepi e di colori dei fiori. A Bomarzo però non abbiamo niente di tutto questo, anzi: laddove il giardino all’italiana è un luogo di meraviglie, ma ordinate, il Parco di Bomarzo è un luogo in cui nulla è in ordine, non vi sono geometrie. Dalla roccia prendono viva forma volti, figure, eroi, animali. A Bomarzo sembra che la roccia prenda vita e dia luogo a narrazioni quasi oniriche. Di fatto, visitare Bomarzo, magari in una giornata uggiosa come ho fatto io (per ben due volte! 20 anni fa precisi, nel settembre 2004, e oggi) dà la sensazione di muoversi in un luogo senza tempo, un luogo fantasy popolato da mille figure che da un momento all’altro potrebbero palesarsi da dietro una roccia o da dietro il tronco di un albero.

Il percorso del Parco dei Mostri

Vietato non seguire il percorso consigliato dalla cartina che viene consegnata al momento dell’acquisto del biglietto. Il motivo è semplice: il percorso necessita di indicazioni, non si può andare a sentimento. All’ingresso viene fornita una mappa dettagliata con l’indicazione di tutte le attrazioni. Ma di cosa si tratta esattamente, in cosa consistono queste attrazioni?

Come dicevo, siamo in un parco. Immerso nella natura, tra rocce tufacee, bosco e rivoli d’acqua. Un bosco, nel quale si dispongono vere e proprie installazioni artistiche che usano la materia prima del luogo, la roccia, per suscitare meraviglia. Non è mia intenzione qui raccontarvi tutto il percorso e rovinarvi la sorpresa. Vi indicherò quelle che a mio parere sono le attrazioni più strabilianti – o quelle più instagrammabili, vedete voi – o ancora quelle che, se siete in compagnia di bambini, li divertiranno da morire. L’impressione, per ciascuna di queste opere, è che esse si originino dalla terra, come se fossero personaggi pietrificati per un incantesimo. Oppure, come nel caso della casa inclinata, sono veri e propri guizzi architettonici, strabilianti, che sovvertono volutamente ogni legge della fisica.

Una sfinge all’inizio del percorso ci rivela che vedremo tante meraviglie

Anche la stagione fa tanto. E vi assicuro che anche se non c’è niente come una bella giornata di sole per godere di una passeggiata in un parco all’aria aperta, Bomarzo dà il meglio di sé in autunno e – sentite che vi dico – in una giornata uggiosa, nebbiosa, così che il percorso si disvela piano piano, e piano piano appare ora un elefante indiano, ora un Ercole che combatte contro Caco (una delle 12 fatiche di Ercole), ora una tartaruga gigante.

Non solo scultura, ma vere e proprie architetture: il Teatro, il Ninfeo, la Casa Inclinata, il Tempio: il Sacro Bosco (questo l’altro nome del Parco) è un luogo che non è solo di meraviglia, ma anche di sperimentazione architettonica. Per decenni ci si è interrogati sul perché di certe scelte, di certi soggetti e di certe costruzioni: si colgono rimandi – molto colti ovviamente – a opere della letteratura rinascimentale, oppure alla conoscenza iniziatica di certe pratiche alchemiche. Non è chiaro riuscire a risalire a ciò che effettivamente Pier Francesco Orsini desiderava. Forse davvero voleva solo “sfogare il core“, come recita una delle sue iscrizioni. A proposito di iscrizioni, però, proprio ad esse sono affidati i messaggi talvolta ammantati di compiacimento, talvolta che invitano a lasciarsi andare alla meraviglia, leggendo i quali sembra di poter avvertire la voce dell’Orsini, quasi fosse lui ad accompagnarci in questa meravigliosa visita guidata.

Bene, è giunto il momento di indicarvi la mia top 5 del Parco dei Mostri di Bomarzo, ovvero le 5 installazioni/architetture che più hanno colpito la mia fantasia (e non solo la mia).

Ercole e Caco

Al 5° posto della mia personale classifica sta il gruppo scultoreo di Ercole e Caco (chiamato anche Gigantomachia). Nel tufo è scolpito un eroe in piedi nell’atto di rovesciare e colpire il nemico. Il richiamo all’episodio mitico di Ercole e Caco, che grande successo aveva avuto oltre che nell’antichità (nell’arte romana è un’iconografia che consente all’artista di dimostrare la sua piena padronanza della conoscenza anatomica dei corpi umani impegnati in un’azione concitata di lotta) anche nel Rinascimento: se avete visitato Firenze, avete ben presente il gruppo scultoreo di Ecole e Caco che sta davanti all’ingresso di Palazzo Vecchio su Piazza della Signoria, accanto alla copia del David di Michelangelo.

Il gruppo scultoreo di Ercole e Caco

L’elefante

Sarà che sono stata recentemente in India, ma la scultura dell’elefante mi ha molto incuriosito e si merita il 4° posto della mia classifica. Monta tutto il baldacchino, con la proboscide sorregge il corpo esanime di un soldato, con tutta probabilità un legionario romano. Ecco che allora quell’elefante con l’India non ha mai avuto a che fare, piuttosto è un elefante africano, uno di quelli condotti da Annibale sulle Alpi, che grande terrore facevano alle truppe romane. A dispetto del momento drammatico, l’elefante ha la sua classica espressione indolente. Gli mancano le zanne, che sicuramente in origine c’erano (si vede ancora l’incasso nella proboscide), dovevano essere d’avorio e quindi in un momento non ben precisato degli ultimi 400 anni sono andate perdute (vedi alla voce = rubate).

L’Elefante

L’Orco

L’Orco è forse l’opera più nota del Parco dei Mostri di Bomarzo, il simbolo, quella presso la quale tutti vogliono farsi fotografare. Sarebbe facile metterla al primo posto della mia classifica. Ma non è così: sta al 3° posto.

Un mascherone con le fauci spalancate ci invita incredibilmente a entrare nella sua bocca, che è una piccola grotta ricavata nella roccia. Al suo interno ci si può accomodare e parlare, cantare, urlare: l’effetto dell’eco è semplicemente spaventoso. L’iscrizione all’esterno, sulle labbra dell’Orco, è particolarmente significativa: “Ogni pensiero vola“: pronunciato dentro la grotticella, la voce riverbera all’interno, ma esce attraverso gli orifici degli occhi e del naso e pure della bocca. Ogni pensiero vola, ma in questo mondo di sogno e fantasia i pensieri del quotidiano sono già volati via, tutti intenti a scoprire la meraviglia successiva. Per me per esempio è stato così quando ho visitato il Parco dei Mostri con mia sorella e i miei nipoti: ho lasciato fuori dal cancello d’ingresso le mie menate quotidiane e semplicemente mi sono abbandonata alla meraviglia.

L’Orco, la più iconica tra le installazioni rocciose del Parco dei Mostri

Il Tempio

Il Tempio, al 2° posto della mia personale classifica, è l’ultima delle attrazioni che si incontrano lungo il percorso: un mix di stili, dal tempio ellenistico passando per l’architettura rinascimentale con la dotta citazione, in piccolo, della cupola del Brunelleschi di Firenze. Non si può accedere all’interno, ma per la sua posizione, sulla cima di una dolce collina, in mezzo a un prato, al di sopra di ogni altra attrazione del Parco, ne fa il punto di arrivo più aulico. Se fino a qui abbiamo ammirato e adorato la natura e ci siamo abbandonati alla suggestione delle divinità classiche, ora torniamo a noi, alla spiritualità vera e pia, quella che ha bisogno di riconoscersi in simboli religiosi. Il Tempio, immerso nel fall foliage dell’autunno, regala gli scorci più belli di tutto il Parco dei Mostri.

Il Tempio con sfondo di fall foliage

La Casa Inclinata

Siamo arrivati al 1° posto. E vi spiego subito perché.

All’interno della Casa inclinata

Ecco sovvertita ogni legge della fisica. Una piccola casina terra-tetto, che invece che essere ancorata da solide fondazioni a terra, da un lato è completamente sollevata, inclinando l’intero edificio. E se vederla da fuori sembra assurdo, entrarci dentro e camminare, con le prospettive totalmente ingannate, è assolutamente straniante, fa perdere l’equilibrio e… insomma, è un’esperienza decisamente forte. Si accede alla casa direttamente dal piano superiore, l’inferiore è inagibile, o per lo meno non è mai stato pensato per entrarvi. L’attrazione è infatti al piano superiore, dove ogni legge della fisica, dell’equilibrio, di Newton e della gravità sembrano essere sovvertite. E’ buffo che vi sia il camino: chissà se il fumo della legna che arde segue le regole della fisica o si fa anch’esso traviare da questa casa fatata?

La Casa Inclinata

Il Parco dei Mostri con Bambini

Non ho visitato il Parco dei Mostri da sola, ma in ottima compagnia. Una compagnia senz’altro vivace, ma entusiasta. Ho portato i figli di mia sorella (con genitori al seguito, si intende), una 9enne aspirante geografa e un 6enne intrepido esploratore che hanno vissuto l’esperienza nel Parco come una vera e propria avventura.

In realtà avevano elevatissime aspettative all’idea di visitare un parco di mostri, e lì per lì da buona zia inesperta mi ero preoccupata che rimanessero delusi, ma come giustamente mi ha tranquillizzato la madre, dai loro una gita all’aria aperta, qualcosa di nuovo e di cui stupirsi e anche se non ci sono i mostri che pensano loro andrà bene uguale.

E’ stato così. La bimba ha preso sul serio il ruolo di guida che le abbiamo affidato e tappa dopo tappa, seguendo pedissequamente la mappa, ci ha condotto presso tutte le installazioni; il bimbo da par suo, correndo di qua e di là ci dimostrava sempre che grazie al suo formidabile intuito e senso dell’orientamento avrebbe trovato comunque la tappa successiva. Sono state due ore dense, anche un po’ freddine, ma sono volate e i bimbi si sono divertiti. Alla fine la 9enne mi ha detto “Zia, questo posto non è mostruoso, però è bellissimo e interessantissimo!“: non poteva esserci soddisfazione più grande per me.

Tutto questo per dire che il Parco dei Mostri di Bomarzo è un luogo adatto alle famiglie con bambini che qui possono vivere un’avventura al limite del fantasy. Consigliatissimo e family friendly.

7 risposte a "Tuscia delle Meraviglie: il Parco dei Mostri di Bomarzo"

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  1. Faccio un piccolo appunto. Il parco diventerebbe al cento per cento family friendly quando inizierà a consentire l’accesso anche ai cani, parti integranti del nucleo familiare. Noi purtroppo abbiamo dovuto rinunciare alla visita perchè avevamo con noi il nostro cagnolino, e non ci andava assolutamente di lasciarlo in auto. Peccato, perchè sarebbe davvero una svolta.

  2. Sono stata al Parco dei mostri nelle vacanze di Pasqua 2018 e devo dire che per quanto avessi visto varie foto e articoli, vederlo dal vivo è veramente sorprendente. Mi piacerebbe un giorno portarci mio figlio…ricordo ancora la sensazione che provai all’interno della casa inclinata

  3. Ho visitato il Parco dei mostri nelle vacanze di Pasqua 2018 e devo dire che nonostante avessi visto varie foto e articoli, vederlo dal vivo è veramente sorprendente. Mi piacerebbe un giorno portarci mio figlio. Ricordo ancora la sensazione che provai all’interno della casa inclinata.

  4. Incredibile che sono stata al Parc Guell di Barcellona, ma non sono mai riuscita ad organizzare una gita fuori porta per il parco dei mostri! Adoro questo tipo di parchi e prima dell’estate ci voglio andare!

  5. Mi ha sempre incuriosita e attirata, ma non mai avuto l’occasione di poterci andare. Un parco sicuramente bello e intrigante!

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