Barcellona e Gaudì… Barcellona è Gaudì

Barcellona e Gaudì: un binomio indissolubile. L’architetto simbolo del Modernisme è colui che ha dato a Barcellona la sua immagine attuale, quella per cui è nota in tutto il mondo: a partire dalla Sagrada Familia, la cattedrale incompiuta per definizione e per statuto della città, passando a Park Guell e senza dimenticare Casa Batllò e la Pedrera, Gaudì è riuscito ad imporre uno stile architettonico unico nel suo genere, che va a cercare nella natura e nelle sue forme mai regolari né geometriche, ma sempre curvilinee, l’ispirazione e la ragione d’essere. I suoi edifici sono forme vive, che quasi respirano…

L’edificio più famoso è la Sagrada Familia, una chiesa che non sarà mai portata a termine. Non solo, ma non è mai identica a se stessa, perché i lavori di costruzione, anche se non finiranno mai, sono perennemente in corso: per forza, perché nel frattempo quello che è stato costruito ha anche bisogno di manutenzione. Di conseguenza anche i percorsi al suo interno variano, a seconda di quale parte dell’edificio sia momentaneamente sottoposta a cantiere. La Sagrada Familia è in questo senso un edificio vivo, in eterno divenire, ed è questo il suo fascino…

La Sagrada Familia e le sue gru

La Pedrera deve il suo nome alla sua facciata grigia in pietra. In realtà si tratta di un nome dispregiativo, mentre il suo vero nome è Casa Milà. Da fuori appare come un caseggiato grigio dalle pareti ondulate e alcune delle finestre decorate da pesanti inferriate. Non esiste una linea retta che sia una. Anche l’interno, che si sviluppa intorno ad un cortile circolare, non ha una sola linea retta, soffitti compresi, mentre la tettoia che copre la scalinata interna sembra presa a prestito da un enorme pipistrello… E il tetto, con i suoi buffi comignoli, merita la salita che si deve affrontare (mentre il panorama, va detto, non è eccezionale, Sagrada Familia in lontananza a parte…)

I comignoli sul tetto della Pedrera

Ma la meraviglia delle meraviglie è Casa Batllò, un vero gioiello architettonico aperto da pochi anni al pubblico, dal biglietto d’ingresso costosissimo ma che vale tanto oro quanto pesa. Si vede già da fuori che si tratta di un palazzo eccezionale, con le sue immense vetrate. Ma dentro è ancora meglio: si è catapultati nel mondo di Gaudì, fatto di vetri, di colori, di linee curve, di scale rivestite in ceramica azzurra, gli azulejos, che richiamano l’acqua del mare, di specchi deformanti, di comignoli sul tetto ancora più bizzarri di quelli di casa Milà, fosse solo per il fatto che sono colorati. L’esperienza è unica, e cambierà per sempre il vostro concetto di architettura.

Il finestrone di Casa Batllò

Oltre ai singoli edifici, Gaudì si è dedicato anche all’urbanistica. Park Guell è la sua realizzazione. Rimane lievemente nell’interno rispetto al centro di Barcellona, in altura, per cui da qui la vista spazia sull’intera città fino al mare. Ma non è certo per il panorama che bisogna venire qui… Fulcro del parco è una splendida terrazza chiusa da una panchina continua decorata in un mosaico di ceramiche coloratissime che disegnano vivaci cromie e fantasie sulla superficie in qualsiasi tonalità di colore. La terrazza è sorretta da una selva di colonne che richiamano un tempio antico, davanti alla quale sta la celebre scalinata/fontana col dragone, che tutti almeno una volta nella vita hanno visto in fotografia. Il parco è molto grande: si attraversa una foresta di pietra, per esempio, mentre all’ingresso in basso del parco si trova il Museo Gaudì, allestito nella casa che l’architetto aveva riservato per sé all’interno del parco.

il dragone a Park Guell
il dragone a Park Guell

Gaudì fu senz’altro un architetto geniale. Le sue intuizioni sono insuperate e insuperabili, ma non bisogna fare l’errore di pensare a lui come ad una voce fuori dal coro nel panorama dell’architettura catalana; bisogna invece calarlo nel contesto culturale e artistico nel quale lavorava: siamo all’inizio del Novecento, in un periodo in cui in Europa si diffonde il Liberty e/o l’Art Nouveau, che a Barcellona ha come esito la corrente chiamata Modernisme. Gaudì non ne è il solo rappresentante, ma uno tra i tanti: l’architetto Puig y Cadafalc, per esempio, realizza a poca distanza dalla Pedrera Casa Les Punxes, e accanto a Casa Batllò Casa Amatllér, che contrasta con essa per l’uso di linee rette e  angoli nella facciata, che le danno l’aspetto di una casa di Amsterdam, totalmente fuori contesto, quindi, se vogliamo, in una città mediterranea… E ancora, per chiudere in bellezza, il Palau de la Musica Catalana, dell’architetto Domenech y Montaner, dove ad una struttura innovativa si affianca l’uso smodato della decorazione vivacissima ed esuberante.

Il Modernisme ha segnato profondamente Barcellona, dandole un’identità urbanistica totalmente nuova rispetto a quella della città gotica che aveva fino all’inizio del XXI secolo. Immergersi nel suo linguaggio, restarne affascinati ed esserne conquistati è inevitabile. Può anche non piacere, per carità: ma di sicuro non lascia indifferenti e suscita ben più di un’emozione…

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