Musei gratuiti (e poco conosciuti) a Roma: il Museo Giovanni Barracco di scultura antica

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Non tutti sanno che a Roma alcuni musei del circuito dei Musei in Comune sono gratuiti. Inspiegabilmente gratuiti, tra l’altro, perché il loro valore culturale è davvero molto elevato. Tra questi musei ce n’è uno di cui voglio parlare in questo post. E voglio farlo per due motivi:

  1. Perché amo i musei archeologici e di antichità
  2. Perché è in posizione centralissima e strategica durante un tour nel centro di Roma

Il Museo Barracco è un museo gratuito assolutamente da visitare e da inserire in un itinerario che da Piazza Navona vi conduce a Campo dei Fiori, o viceversa.

Museo Giovanni Barracco di scultura antica: dove si trova

Posizione centralissima e strategica, dicevo: il Museo Barracco si trova infatti su Corso Vittorio Emanuele II, angolo via dei Baullari, la via che porta a Campo dei Fiori e, superatolo, raggiunge Piazza Farnesina e il bel Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia.

Roma, Campo de Fiori

Dall’altro lato di Corso Vittorio Emanuele, invece, si apre piazzetta San Pantaleo, anticamera della retrostante Piazza Navona. Piazza Navona è raggiungibile percorrendo le due vie che dalla piazza si dipartono, oppure attraversando il passaggio che si apre in Palazzo Braschi, sede del Museo di Roma (circuito Musei in Comune) che spesso ospita mostre molto interessanti, come “Roma nella camera oscura” del 2019 o “Canaletto 1697-1768” del 2018.

Per raggiungere il Museo Barracco coi mezzi pubblici dalla Stazione Termini prendete l’autobus 64, il 40 oppure il 70.

Il Palazzo della Farnesina, sede dell’Ambasciata di Francia, con la “ferita”di JR, l’artista contemporaneo che sfonda le pareti dei grandi palazzi e consente di spiare all’interno.

Giovanni Barracco, chi era costui

Prima di visitare il museo, cerchiamo di capire perché esiste. Il Museo Barracco nasce dalla collezione archeologica personale di Giovanni Barracco. Ma chi era Giovanni Barracco?

Discendente di nobile famiglia calabrese, con possedimenti terrieri che da Crotone arrivavano fin sulla Sila, Giovanni Barracco nella seconda metà dell’Ottocento è un giovane appassionato uomo politico che si fa eleggere da subito nel primo parlamento dell’Italia unita, nel 1861. Lascia così la Calabria e si trasferisce a Torino. Da allora seguirà lo spostarsi della Capitale, e quindi del Parlamento prima a Firenze e poi definitivamente a Roma. Ricopre dapprima il ruolo di Deputato, poi diventerà Senatore del Regno.

Nel frattempo, all’attività politica affianca la passione per le antichità. Conosce Giuseppe Fiorelli, all’epoca responsabile degli scavi di Pompei e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli: si appassiona così all’arte romana e inizia a formare la sua collezione, complice un mercato antiquario che all’epoca non era regolato da (troppe) leggi. Quando va a Torino, però, è amore a prima vista con gli Egizi, che scopre al Museo Egizio di Torino (all’epoca di recentissima istituzione) e con l’archeologia del Vicino Oriente antico.

Museo Barracco, arte egizia

A Roma la casa che fa costruire per sé sul Lungotevere allo sbocco di Corso Vittorio Emanuele è una vera casa-museo, che lui concepisce come Museo di scultura antica comparata: colleziona infatti, con il consiglio dell’archeologo Ludwig Pollack, opere d’arte egizia, etrusca, cipriota, assiro-babilonese, greca, romana, financo altomedievale.

Giovanni Barracco muore nel 1914, non prima di aver donato alla città la sua collezione di antichità. Questa viene allestita nella casa sul Lungotevere. Ma negli anni ’30, nell’ambito dei programmi urbanistici voluti dal Regime, la casa viene distrutta. Dovranno passare più di 10 anni, e la Guerra, perché la collezione trovi la sua definitiva collocazione: dal 1948 il Museo Barracco è ospitato nel palazzo della Farnesina ai Baullari, un’elegante palazzina cinquecentesca con i soffitti affrescati e gli eleganti balconi che affacciano su Corso Vittorio Emanuele.

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Museo Barracco – Farnesina ai Baullari – uno dei soffitti affrescati

La visita al Museo Giovanni Barracco

Al piano terra un video in LIS sottotitolato è la giusta introduzione alla storia del museo e alla visita. Volendo c’è la possibilità di usufruire di un’audioguida grazie all’app LIFI Zone cui il Museo si appoggia per veicolare contenuti aggiuntivi rispetto alla visita.

Il percorso museale vero e proprio si sviluppa al primo piano. Prima sala: arte cipriota ed etrusca.

Qui occorre fare una digressione. Mentre nei musei italiani è facile trovare opere di arte etrusca e in generale italica, ben più difficile è trovare opere di arte cipriota, cioè proveniente dall’isola di Cipro: a meno che non si tratti, come in questo caso, di collezioni formatesi acquistando sul mercato antiquario, vi sono davvero poche possibilità di vedere in Italia opere di arte cipriota. Uno dei pochissimi casi è il Museo archeologico nazionale di Firenze: il direttore del museo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, Luigi Adriano Milani, concepì una sezione del museo dedicata ai “confronti mediterranei”, voleva cioè costituire proprio uno spazio di arte antica comparata, che permettesse di mettere sullo stesso piano opere coeve provenienti da varie parti del mondo antico. Un’idea non dissimile da quella del Museo concepito da Giovanni Barracco.

Arte cipriota al Museo Barracco

Torniamo a noi. Al Museo Barracco vi è una piccola ma significativa sezione di opere d’arte cipriota. Si tratta per la maggior parte di statuette: l’offerente, il suonatore di doppio flauto, ma anche la divinità Eracle-Melqart: le opere si collocano tra il VI e il V secolo a.C.

Nella stessa sala ci sono alcune opere di arte etrusca. Si tratta in particolare di “cippi chiusini” ovvero di segnacoli funerari a base quadrangolare scolpiti a rilievo bassissimo su tutti i quattro lati con scene di danza o di processione.

La sala successiva per me è quella più interessante: non capita tutti i giorni di vedere opere di arte assiro-babilonese. In Italia non sono sicura che vi siano altri musei che espongano reperti di queste civiltà: bisogna piuttosto andare nei grandi musei stranieri, come il Louvre, il British Museum o i musei di Berlino, per incontrare opere (certo più magnificenti) di arte mesopotamica.

Arte assira al Museo Barracco

Una vetrina è interamente dedicata ai rilievi assiri del palazzo reale di Ninive: ci sono arcieri in marcia, prigionieri, scene di caccia: tutto rimanda alla “narrazione” della potenza del sovrano, che si autorappresenta, che celebra se stesso e le sue armate o le sue imprese, consegnandole alla pietra. I nomi di questi sovrani li ricordiamo probabilmente dalle scuole elementari e medie: Assurbanipal, Sennacherib, Sargon II. Forse alle elementari no, eh? Però sono i nomi di personaggi incredibili, che hanno attraversato i secoli, i millenni, e sono arrivati fino a noi. E pensare che scrivevano in cuneiforme.

A proposito di cuneiforme, la scrittura sumera è documentata nella collezione di Giovanni Barracco, anzi: si tratta di piccoli sigilli sistemati entro un cofanetto che profuma di collezionismo ottocentesco. Ma la cosa meravigliosa è l’epoca in cui quei segni cuneiformi furono incisi: tra il 2094 e il 2047 a.C. Come ne siamo così sicuri? Perché in essi si fa riferimento al regno di Shulgì, terza dinastia di Ur. Chi è appassionato di Vicino Oriente antico impazzirà, chi invece prima d’ora non aveva mai sentito parlare di Ur, di Mesopotamia, di cuneiforme avrà l’occasione di vedere qualcosa di davvero curioso che appartiene alla storia più antica di tutti noi.

Dalla Mesopotamia all’Egitto il passo è breve (si fa per dire). E infatti nella stessa sala inizia la collezione di antichità egizie: principalmente ritratti, una piccola sfinge femminile, rilievi. Tra le opere più interessanti, per l’archeologa che è in me, è il ritratto dello pseudo-Cesare: un ritratto maschile, barbato e stempiato quanto basta. Ed è per questo che Barracco la acquistò sul mercato antiquario. In realtà si tratta del ritratto di un anonimo sacerdote di epoca tolemaica, ovvero degli anni intorno al 330 a.C. Io però a Barracco, se lo incontrerò nell’Aldilà, non gli dirò mai che s’è sbagliato…

Museo Barracco, testa dello Pseudo-Cesare

Rispetto ad altre collezioni di antichità egizie nei musei italiani, questa del Museo Barracco non è particolarmente grande, anzi. Inoltre, non provenendo da contesti di scavo, ma dal mercato antiquario, è per sempre perduto ogni dato sul contesto di provenienza delle singole opere. Al tempo in cui Barracco acquistava, però, l’idea di contesto archeologico doveva ancora farsi strada. Barracco, figlio del suo tempo ha acquistato seguendo il suo gusto estetico o altri criteri, quali la datazione, la provenienza geografica, il soggetto.

Si sale poi al piano superiore.

Qui è il regno dell’arte greca e romana. Una doppia fila di ritratti, su un lato e sull’altro del corridoio centrale, ci accompagnano nella visita: giovani, divinità, personaggi illustri, quali Omero, riconoscibile per via degli occhi chiusi a indicare il cantore cieco. E poi c’è la statua di una cagna ferita: l’originale, in bronzo, opera dell’artista greco Lisippo, adornava il Capitolium, ovvero il Campidoglio, il tempio sacro a Giove, Giunone e Minerva, e lo descrive Plinio il Vecchio, grande studioso che scrisse un’opera enciclopedica, la Naturalis Historia. Al Museo Barracco si trova la replica antica di quella statua, realizzata in marmo.

Museo Barracco, ritratto di Omero, copia romana di originale greco del V secolo a.C.

Infine, nell’ultima sala oltre a tre rilievi provenienti da Palmira, in Siria, il reperto che più attrae l’attenzione è il mosaico raffigurante l’Ecclesia Romana e datato al XII secolo: su uno sfondo dorato, il volto della personificazione della Chiesa è particolarmente fisso, ieratico, in grado di creare suggestione. D’altronde questo ritratto inizialmente era stato concepito per la Basilica di San Pietro e solo in un secondo tempo fu rimosso.

Museo Barracco, mosaico raffigurante la personificazione dell’Ecclesia (l’Assemblea dei Fedeli, la Chiesa)

Concludendo: perché visitare il Museo di Scultura antica Giovanni Barracco

Ci sono diversi motivi per cui consiglio la visita del Museo Barracco.

  • è gratuito;
  • è centralissimo e si colloca a metà strada di un itinerario che da Piazza Navona conduce a Campo dei Fiori (e ritorno) oppure che da Piazza Venezia – Largo Argentina conduce al Tevere e da qui a San Pietro;
  • se non sei mai sazio di archeologia, nonostante tu ti trovi a Roma e l’archeologia dovrebbe uscirti dalle orecchie, questo è il posto giusto;
  • sono esposti reperti che appartengono a correnti artistiche che è molto raro trovare in Italia
  • la palazzina cinquecentesca in cui è allestito vale essa stessa la visita, per i suoi soffitti affrescati, sia sullo scalone interno che dei balconi. Consiglio vivamente di alzare lo sguardo.

Spero di aver suscitato la tua curiosità. Se poi vuoi altri consigli per attrazioni gratuite a Roma ti consiglio di leggere questo post: Roma insolita: 5 luoghi gratuiti in cui troverete pochi turisti. Se poi vuoi scoprire altre cose insolite che puoi fare a Roma (alcune gratuite) puoi leggere questo post: 5 cose insolite che puoi fare a Roma

Roma non è solo il Colosseo e San Pietro. E’ davvero molto, molto di più.

15 risposte a "Musei gratuiti (e poco conosciuti) a Roma: il Museo Giovanni Barracco di scultura antica"

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  1. Vero che anche a Roma ci sono dei musei gratuiti che valgono però tantissimo e vale la pena di visitare, questo lo segno per il prossimo giro nella Capitale!

  2. Lo ammetto: non lo conoscevo!
    Spesso a Roma ci si sofferma sui musei e le attrazioni più famose, e già sono tante!
    Molto interessante conoscerne di nuovi, e gratuiti, per uscire un po’ dai soli itinerari! Me lo segno sicuramente!

    1. Contenta di averti fornito uno spunto! Sì, a Roma c’è tantissima offerta culturale, ma poi si rischia di scadere sempre nelle stesse cose: Colosseo, Fontana di Trevi, Piazza Navona, San Pietro. E invece, magari, dietro l’angolo trovi un’attrazione favolosa!

  3. Che articolo interessante! Non conoscevo affatto l’esistenza di questo museo ed è bello sapere che ci son modi per visitarli gratuitamente

    1. è un museo in effetti poco noto e conosciuto soprattutto tra gli appassionati di arte antica. Però secondo me in un itinerario tra Campo dei Fiori e Piazza Navona può essere una tappa diversa dal solito.

  4. Un museo assolutamente poco conosciuto ma non per questo meno interessante! Sono stata 5 volte a Roma, eppure non ne avevo mai sentito parlare: mi hai dato una bella dritta, grazie!

    1. è uno di quei musei che anche i Romani stentano a conoscere o a visitare, nonostante la gratuità. Spero di dare il mio piccolo contributo diffondendone la conoscenza.

  5. Wow … Che spunto interessante! Sono fra quelli che non è mai sazia di archeologia, e quindi questo museo entra di diritto fra quelli da visitare assolutamente a Roma!

  6. Sono di Roma e conosco questa opportunità anche se ancora non ho visto questo museo che, leggendo il tuo articolo, ho scoperto essere davvero stupendo e interessante. Ci andrò senz’altro.

  7. Tornerò a Roma il prossimo weekend e come sempre trovo spunti interessanti sul tuo blog Marina! Grazie per avermelo fatto scoprire, me lo segno visto che “non sono mai sazia di archeologia”!

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