Visitare Alba Fucens, la città romana nel cuore dell’Abruzzo

In Italia sono giunte sino a noi numerose città romane. Accanto alle più note Pompei e Ostia vi è una serie di siti archeologici più o meno grandi, meglio o peggio conservati, relativi ad antiche città. Tra le tante che si possono contare, Alba Fucens, in Abruzzo, è tra le più interessanti. Perché? Beh, innanzitutto perché è tra le più antiche città che i Romani abbiano fondato fuori dal Lazio.

Raggiungere Alba Fucens: info pratiche

Alba Fucens si trova in territorio di Massa D’Albe, relativamente vicino ad Avezzano, in provincia de L’Aquila, ai piedi del monte Velino. Se si arriva da Roma si percorre l’A24 e si imbocca la diramazione per Chieti-Pescara. All’uscita di Magliano dei Marsi si seguono le indicazioni per Albe ed Alba Fucens.

Panorama degli scavi e del colle di Albe su cui sorge il castello.

Il borghetto di Albe, all’ingresso degli Scavi conta davvero poche case, un ristorante dove poter pranzare a prezzi modici e alta qualità (Le antiche mura), un bar dove prendere un caffè prima di avviarsi nell’area archeologica (L’anfiteatro) e l’infopoint per prendere le informazioni utili per visitare gli Scavi. La visita all’area archeologica però è gratuita e libera, ovvero non c’è nessun cancello, né biglietto d’ingresso.

Per visitare la piccola chiesa romanica di San Pietro, che si trova all’interno dell’area archeologica, occorre invece contattare una persona i cui recapiti sono scritti sulla porta della chiesa stessa.

La visita alla città romana di Alba Fucens

Alba Fucens non è stata interamente portata alla luce, tuttavia si può visitare un’ampia porzione della città antica, corrispondente all’area centrale, compresa tra due decumani, ovvero due strade basolate parallele, con gli edifici pubblici che vi si affacciavano; inoltre si può visitare l’anfiteatro, molto ben conservato.

Alba Fucens, passeggiando sulle strade della città antica

La città di Alba Fucens fu fondata nel 303 a.C. in un’epoca piuttosto antica corrispondente al periodo in cui i Romani cominciavano ad avere mire espansionistiche al di fuori del Lazio ai danni delle popolazioni italiche indigene che certo non volevano essere sottomesse. Tra queste popolazioni c’era in Abruzzo quella degli Equi, che vivevano nell’Appennino e che non volevano che i Romani realizzassero una strada che da Roma, attraversando il loro territorio, giungesse fino all’Adriatico. Per i Romani invece questa via – la via Valeria – era strategica per poter espandere sia la propria influenza che i propri contatti commerciali con il resto d’Italia e perché no, verso la Grecia e le coste slave e albanesi.

Al netto rifiuto degli Equi, i Romani risposero con una guerra sanguinosissima che annientò per sempre questa popolazione. Non solo la strada poté essere tracciata, ma fu fondata Alba Fucens, come avamposto in Abruzzo nell’espansione romana verso l’Adriatico.

alba fucens scavi
Dentro la città romana di Alba Fucens

Restano molte tracce delle fasi più antiche della città di Alba Fucens: si conservano infatti ampi tratti di muri in opera poligonale, ovvero in grandi blocchi di pietra. Queste murature risalgono al III secolo a.C., ai primi decenni di vita della città.

Le murature successive sono in blocchetti di pietra disposti in maniera irregolare: si chiama opus incertum questa tecnica muraria ed è tipica del II secolo a.C. I monumenti che si affacciano sull’area centrale della città sono per la maggior parte realizzati in questa tecnica muraria, mentre le strutture più recenti si distinguono perché sono realizzate in laterizi.

Questo è un esempio di muratura in opus incertum, ovvero a blocchetti di pietre irregolari e disposti nel paramento senza uno schema preciso.

Dall’area visitabile resta esclusa la lunga spianata del foro: 175 m sui quali affacciavano i luoghi tipici della vita civile e amministrativa della città, come il comitium e la curia. Dell’area visitabile fa invece parte la basilica, dove veniva amministrata principalmente la giustizia. La basilica occupa una porzione dell’isolato centrale, compreso tra i due decumani; su uno dei due decumani, la cosiddetta via dei Pilastri, affacciano anche delle botteghe: la vita commerciale di Alba Fucens si svolgeva sicuramente in questa porzione della città. Adiacente alla basilica, tra l’altro, sorge il Macellum, uno spazio di mercato a pianta circolare. Segue poi un grande impianto termale pubblico, monumentale, del quale si conservano ancora le vasche e gli ambienti riscaldati.

Segue infine una grande area ulteriormente destinata a mercato e caratterizzata dalla presenza di un piccolo sacello dedicato con tutta probabilità al dio Ercole, divinità protettrice delle greggi di pecore, su cui si basava per la maggior parte l’economia del territorio.

Una curiosità riguarda la via dei pilastri: oltre ad essere basolata, ovvero pavimentata in grossi massi di calcare, ha gli attraversamenti pedonali sopraelevati così come avviene anche a Pompei.

Attraversamenti pedonali lungo la cosiddetta Via dei Pilastri, uno dei decumani di Alba Fucens

Lungo il Decumano è stato rinvenuto un cippo miliario: una colonnina cilindrica con iscritta la distanza da Roma: 68 miglia, ovvero 100 km circa.

L’anfiteatro di Alba Fucens

L’anfiteatro di Alba Fucens è il monumento più noto, proprio perché è particolarmente ben conservato: si conserva per tutta la sua estensione l’arena ellittica, si conservano gli ingressi e le uscite, si conserva il podio da cui si innalzava il primo ordine della gradinata della cavea.

anfiteatro di alba fucens
L’anfiteatro di Alba Fucens

L’anfiteatro è stato costruito tra il 30 e il 40 d.C. per volere testamentario di un illustre cittadino di Alba Fucens, Macrone il quale, divenuto prefetto del pretorio (una carica di grande prestigio e responsabilità) sotto l’imperatore Tiberio, cadde però in disgrazia presso l’imperatore successivo, Caligola, che lo costrinse al suicidio. Prima di suicidarsi, però, Macrone dispose per testamento che con il suo patrimonio si costruisse l’anfiteatro di Alba Fucens. Un’iscrizione all’ingresso dell’anfiteatro racconta di questa disposizione testamentaria, mentre lo scrittore latino Tacito racconta di come Macrone cadde in disgrazia e fu costretto al suicidio.

alba fucens anfiteatro
L’interno dell’accesso all’anfiteatro con l’iscrizione dedicatoria che ricorda la donazione testamentaria di Macrone

L’anfiteatro è un monumento che praticamente tutte le città romane avevano, perché era l’edificio da spettacolo nel quale si svolgevano i giochi gladiatorii finanziati dai magistrati locali per il pubblico divertimento della popolazione. I giochi gladiatorii, così come le cacce ad animali selvatici, erano spettacoli molto amati dai cittadini dell’impero e organizzarne di belli voleva dire ingraziarsi la cittadinanza.

Gioiello romanico: la chiesa di San Pietro

alba fucens chiesa di san pietro
Dettaglio del pulpito della chiesa di San Pietro ad Alba Fucens

In cima alla collina che sovrasta l’anfiteatro sorge la chiesa romanica di San Pietro, la quale si fonda sul basamento del tempio ellenistico (III-II secolo a.C.) dedicato ad Apollo e Diana e ingloba nella muratura due delle colonne che costituivano la facciata dell’antico tempio.

Ciò che colpisce di questa piccolissima chiesa, entrando, è il contrasto tra le mura possenti dell’edificio e la leggerezza delle colonnine e degli apparati architettonici in marmo bianco. Non solo, ma sia le colonnine che gli apparati architettonici del pulpito e dell’iconostasi (la separazione tra aula di culto e presbiterio) sono decorati in stile cosmatesco, ovvero con piccolissime tessere di marmi di vario tipo e colore ordinate e disposte in motivi geometrici ripetitivi e vivacissimi. L’insieme è armonico e decisamente gradevole: si potrebbe restare ore e ore ad ammirare i dettagli di questi motivi ripetitivi, ma mai stancanti. Lo stile cosmatesco è tipico degli edifici religiosi romanici nell’area di Roma e del Centro Italia. Molte chiese di Roma hanno i pavimenti in stile cosmatesco: ad esempio Santa Maria in Trastevere e Santa Croce in Gerusalemme, per citarne solo due.

L’interno della chiesa di San Pietro ad Alba Fucens

Il pulpito è decisamente monumentale. La parte inferiore è decorata a pannelli in stile cosmatesco, con due cerchi di porfido violaceo inseriti in una cornice quadrata decorata come se fosse una trina di pizzo. L’elemento centrale del pulpito è decorato con colonnine tortili decorate anch’esse in stile cosmatesco e poggiate su mensole figurate. Un finissimo lavoro artistico. Anche l’iconostasi, ovvero la “grata” architettonica di passaggio e separazione tra lo spazio dei fedeli e delle navate e quello dell’altare e degli officianti, è decorata con due grandi pannelli in stile cosmatesco sormontati da colonnine tortili. In passato due di queste colonnine furono rubate. Dopo essere state ritrovate sono state restaurate e ricollocate al loro posto.

Chiesa di San Pietro ad Alba Fucens. L'iconostasi in stile cosmatesco
Chiesa di San Pietro ad Alba Fucens. L’iconostasi in stile cosmatesco

Fuori dall’area archeologica: il Castello Orsini di Albe

La città romana di Alba Fucens si stende in una stretta valle chiusa da tre colli. Su uno sorge la chiesa di San Pietro, su quello diametralmente opposto sorgeva un tempo l’acropoli, mentre nel medioevo sorse un castello, il Castello Orsini.

Il Castello prende il nome dalla famiglia Orsini che ne prese possesso nel XIV secolo, ma in realtà la costruzione è molto più antica, posta strategicamente sul colle a controllo della via Valeria che attraversava l’antica città di Alba Fucens, ormai in abbandono, ai piedi del colle. Siamo alle pendici del monte Velino e il controllo dei passi montani e di ciò che avviene in valle è fondamentale. Effettivamente dal Castello si gode di una vista pazzesca, che spazia per km e km sul territorio sottostante e circostante.

Il castello Orsini di Albe immerso nei colori dell’autunno

Nel castello vero e proprio attualmente non è possibile entrare. Tuttavia la passeggiata che si può fare all’intorno consente di camminare tra le pertinenze del castello: si incontrano piccoli ambienti, scale che un tempo portavano ai piani superiori, piccole torrette. Il castello vero e proprio, di cui si conservano possenti le mura e le torri cilindriche è solo il cuore di un apparato difensivo decisamente più grande che occupava tutta la sommità del colle.

Dettagli fantasy al Castello Orsini di Albe

Il borgo medievale, piccolissimo, che sorge ai piedi del castello è stato abbandonato dopo il terremoto del 1915. Oggi, dopo un grosso intervento di restauro castello e borgo sono stati restituiti alla fruizione. Sarà stata la giornata autunnale in cui ci sono capitata io, ma la visita è davvero suggestiva, tra muri di pietra scuri, arbusti di rosa selvatica carichi di bacche rosse, foliage all’intorno e banchi di nebbia che vanno e vengono, ora nascondendo alla vista, ora rivelando particolari magnifici.

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22 risposte a "Visitare Alba Fucens, la città romana nel cuore dell’Abruzzo"

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  1. Non avevo idea dell’esistenza di questa città, è incredibile quante cose ci siano da scoprire in Italia. Non basterà una vita a vedere tutto.

    1. Eh, in effetti la nostra Italia è tanto densa di cose da fare, da vedere e da scoprire che davvero non basta una vita! Anche perché ogni volta il grado di approfondimento necessariamente aumenta…

  2. L’Abruzzo è un territorio che ancora devo scoprire quindi leggo sempre con interesse, e prendo appunti, quando se ne parla, così da essere preparata quando riusciremo ad organizzare un bel viaggetto con il nostro camper. Interessantissima questa città Romana come altrettanto affascinante mi sembra il piccolo borgo che per fortuna hanno restaurato e non lasciato cadere in rovina.

    1. Sì, Alba Fucens è decisamente interessante, così come tutto il territorio circostante. Dal borgo si gode di un panorama pazzesco sulle pendici del monte Velino e i borghi che si stendono all’intorno. Sarebbe interessante partire proprio da quelli, per esempio.

  3. Siamo stati in queste zone alcuni anni fa per un anniversario di matrimonio. È stato un weekend bellissimo alla scoperta di questi luoghi che purtroppo non sono ancora molto conosciuti fuori regione. Mi piacerebbe molto tornarci!

  4. E’ sorprendente scoprire ogni volta, quanti posti ci sono vicino a noi, che ancora non conosciamo. Sono stata in Abruzzo diverse volte, ho amici abruzzesi eppure non ne avevo ancora sentito parlare.. per fortuna che ho letto il tuo articolo!
    Ora so dove andare per una gita fuori porta o un bel weekend.
    Grazie.

    1. L’Abruzzo è una scoperta continua. Io l’ho esplorato davvero pochissimo, ma so per certo che sono ancora tantissime le giornate che dovrò impiegare in gite fuori porta per raggiungere nuovamente le pendici del monte Velino, o il Gran Sasso, o la Majella…

  5. Non avevo ancora sentito parlare di questa cittadina ma è stato interessantissimo poter leggere la tua testimonianza.La famiglia Orsini era molto potente in epoca medievale tanto da aver guadagnato molti terreni e magioni. Avrei visitato volentieri il suo castello e le sue stanze magiche in epoca originale quando abitato!

    1. Chissà come doveva essere il castello all’epoca! Oggi rimane ben poco, soprattutto a livello di arredi interni (che sarebbero la cosa più interessante). Sarebbe bello avere una macchina del tempo 😅

  6. Adoro l’epoca romana e mi piace molto scoprire i resti archeologici di questa grande civilità. Non per niente quest’anno mi sono fatta letteralmente rapire dall’area dei Castelli Romani!

    1. Hai trovato di che soddisfare i tuoi interessi ai Castelli Romani! E non solo dal punto di vista archeologico… Hai fatto uno splendido giro da quello che ho visto.

  7. Vado spesso ad Avezzano per lavoro ed ho fatto più volte visita ad Alba Fucens. Un bellissimo gioiello che merita di essere visto e conosciuto, a testimonianza del nostro ricco passato.

    1. Non si finisce mai di scoprirne. Ho appena scoperto, in uno degli altri commenti a questo post, l’esistenza di un’altra città romana abbandonata, questa volta tra Bologna e Imola: Claterna. Davvero non si finisce mai di imparare!

  8. Quanti segreti e meraviglie storiche ospita il nostro Bel Paese! Non sapevo dell’esistenza di questo sito archeologico, mi piacerebbe molto visitarlo. Pensa che anche vicino a casa mia (abito in provincia di Bologna), sorgeva un’antica città romana, che è stata un nodo importante all’epoca tra Bologna e Imola ed è stata scoperta in tempi abbastanza recenti: era Claterna, insediamento vicinissimo alla Via Emilia. Appena riesco voglio andare a visitare il sito!

  9. Sono venuta a conoscenza di questo luogo incantato solo ora, con il tuo articolo, mentre cercavo online delle mete interessanti in Italia per un prossimo weekend. Sono rimasta incantata da ciò che hai raccontato e dalle tue bellissime foto che, tra l’altro, scattate in una giornata di nebbia, hanno un fascino incredibile. Alba Fucens si è appena guadagnata il primo posto nella mia lista-desideri .

  10. Ho scoperto dell’esistenza di Alba Fucens giusto qualche giorno fa e sono corsa subito a leggere questo articolo per saperne di più. Le città romane hanno sempre un sacco di fascino per me. Geniale l’idea di attraversamenti pedonali rialzati mi avevano colpito a Pompei

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