Un sorso di Romagna: Cotignola e Lugo (RA)

Sono appena rientrata da un brevissimo tour nella Romagna produttrice di vini: il territorio di Cotignola e Lugo, a poca distanza da Ravenna e da Faenza, nel cuore della Pianura Padana, una terra dedita da sempre all’agricoltura e, in questo fazzoletto di territorio, alla viticoltura.

Ottobre è tempo di vendemmia e di feste legate al vino: non potevamo perdere l’occasione nello stesso tempo di esplorare luoghi per noi ancora ignoti e per approfondire la conoscenza della produzione vinicola.

In questo post ti parlo dei paesi di Cotignola e di Lugo, a pochi km l’uno dall’altro, e delle due feste legate al vino che si svolgono solitamente nel primo weekend di ottobre (nel 2023 i giorni 6-8 ottobre), cioè la Sagra del vino di Cotignola e Vén – Vignaioli e terroir, di Lugo.

Un sorso di Romagna: Cotignola

Per chi arriva da Bologna, Cotignola è l’uscita dell’Autostrada A14 successiva a Imola. Cotignola è un paese non molto esteso, che sorge lungo il fiume Senio. Oggi si conserva ben poco del borgo medievale che fu, perché pesantemente bombardato durante la II Guerra Mondiale: sopravvivono ben pochi monumenti precedenti, tra cui la medievalissima Torre Acuto e la vicina chiesa di Santo Stefano, mentre la piazza centrale, su cui affaccia il Palazzo Comunale, è stata realizzata a partire dagli anni ’50, anche se scavi archeologici condotti sulla piazza in anni recenti hanno rivelato che l’abitato rimonta effettivamente al XIII secolo.

Torre Acuto a Cotignola

In realtà la frequentazione dell’area è molto più antica, e rimonta all’età romana. Ci troviamo sulla direttrice tra Bologna e Ravenna, dopotutto, nella centuriazione romana di un territorio destinato fin da quell’epoca (più di 2000 anni fa=) all’agricoltura. E qui, in questo territorio, sorge una necropoli che ha restituito una grande stele funeraria, appartenuta alla famiglia dei Varii, che riporta i ritratti dei defunti, e altri reperti relativi alla presenza di una necropoli. Questi sono esposti nel cortile del Palazzo Sforza, Museo Varoli, che al suo interno ospita una collezione di arte contemporanea, frutto dell’attività artistica dei due fratelli Gigi e Demo Liverani, artisti locali.

  • Per approfondire: la stele dei Varii sul canale telegram Generazione di archeologi: a questo link https://t.me/generazione_di_archeologi/1178 e ai seguenti ti racconto tutto ciò che c’è da sapere su questo reperto.
La teca che custodisce la stele dei Varii e altri reperti di età romana nel corteo del museo Varoli

Del periodo medievale è Torre Acuto la testimonianza più importante: a vederla da lontano sembra una ciminiera, alta e stretta. In realtà era una torre di controllo del territorio costruita nel 1376 da Giovanni Acuto, al secolo John Akwood, cui papa Gregorio XI nel 1372 aveva donato Cotignola in feudo.

Cotignola ha avuto una storia piuttosto complessa di passaggi di proprietà tra Estensi, Sforza, di nuovo Estensi e nel mezzo il Papa, i Bolognesi, i Veneziani. Con buona pace della popolazione, che semplicemente sottostava a questi passaggi di proprietà strategici e spesso incomprensibili. Nonostante questi passaggi di dominio, nessuno dei signori di Cotignola di ogni tempo dotò mai il castello del paese (intendendo con esso il borgo fortificato) di cinta muraria, mentre solo la Torre Acuto fungeva da vedetta sul Senio.

A Cotignola ha sede una delle cantine industriali di produzione di vino di Agrintesa. C’è poi uno shop dove si può acquistare sia il vino che i prodotti agricoli del territorio. Una bella realtà, non c’è che dire.

Un sorso di Romagna: Lugo

Cotignola oggettivamente è un paese, Lugo invece è una cittadina fatta e finita, più grande, con un grande centro commerciale – il Globo – ma soprattutto con un centro storico monumentale piccolo, ma nel quale si colgono le differenti importanti fasi storiche che lo hanno caratterizzato.

Il primo monumento, davvero notevole, che non passa inosservato, è la Rocca. Una rocca bassomedievale, duecentesca all’atto della costruzione e poi fortificata dagli Estensi di Ferrara nel XV secolo, imponente, che oggi ospita la sede del comune e pertanto non è visitabile come se fosse un museo. Ci accontentiamo di vederla da fuori e di entrare in un cortile. Ma la Rocca ha proporzioni davvero rilevanti.

L’altro importante monumento di Lugo è il Pavaglione: si tratta di un quadriportico settecentesco realizzato con funzioni di mercato, che in epoca fascista ebbe il suo primo restauro. Nuovamente restaurato in anni recenti, oggi sotto i suoi portici ospita il ristorante Amici Miei e una serie di localini e negozi. Al netto di questo, è uno spazio architettonicamente molto rilevante, sotto il quale è piacevole passeggiare, anche perché si presta per ospitare manifestazioni, tra cui Vén Vignaioli e terroir di cui parlerò a breve.

Il Pavaglione di Lugo

Tra la Rocca e il Pavaglione si colloca la piazza che ospita il monumento a Francesco Baracca, nativo di Lugo, aviatore della prima guerra mondiale che è divenuto eroe nazionale per essere riuscito da solo ad abbattere un altissimo numero di aerei nemici durante quel triste conflitto.

Baracca deve la sua notorietà alla Prima Guerra Mondiale, tuttavia il suo monumento nella piazza di Lugo è di un decennio successivo alla guerra del ’15-’18: un monumento in tutto e per tutto razionalista (i.e. fascista) in cui campeggia la statua monumentale dell’aviatore in bronzo e alle spalle un’alta ala, sulla quale campeggia la scritta “Ad maiora“. A scanso di equivoci: io apprezzo l’arte razionalista del ventennio perché senza fronzoli esprime esattamente ciò di cui è portatrice, senza voli pindarici, senza sottili sfumature di significato. L’ideologia sottesa è tutt’altra cosa, e personalmente l’aborro, ma prima di condannare l’architettura di quegli anni mi permetto di indicare quelli che sono a mio parere i suoi caratteri principali e degni di attenzione. Il monumento a Francesco Baracca personalmente non mi piace, lo trovo un pugno in un occhio in una cittadina dai toni pacati che sonnecchia al sole della pianura padana. Ma tant’è. Oggettivamente è un monumento celebrativo decisamente monumentale di cui l’anima del buon Baracca probabilmente può essere contenta.

Piazza Francesco Baracca con il monumento all’eroe dell’aria

Il centro storico di Lugo non è poi molto grande, ma è ordinato, nel senso che le strade sono orientate secondo i punti cardinali, per cui non si perde l’orientamento. Ultimo punto di interesse è la chiesa con l’annesso chiostro di San Francesco: sobrietà dell’interno, mentre l’esterno è affidato alla facciata in mattoni, così come le colonne del chiostro, al centro del quale, come vuole tradizione, campeggia un pozzo. Un luogo di pace, dove certo i rumori delle strade non penetrano. Alle pareti sono curiosi ex-voto in ceramica smaltata offerti da fedeli che evidentemente si sono adeguati a delle linee guida per eseguire i propri ringraziamenti tangibili. Un aspetto molto curioso, in effetti.

Il chiostro di San Francesco, Lugo

Un sorso di Romagna: Vén – Vignaioli e terroir

Sotto i portici dell’elegante Pavaglione si svolge nel primo weekend di ottobre una manifestazione che mette al centro le buone degustazioni di vini romagnoli, ma anche provenienti da varie parti d’Italia. Un bicchiere, 5 degustazioni, 10 possibilità di ubriacarti se non hai preventivato di mettere qualcosa sotto i denti. In questo senso la piadineria all’angolo del quadriportico aiuta molto. E col sorriso (che non guasta).

Per la maggior parte a Vén – Vignaioli e terroir sono rappresentati vini del territorio, dopodiché si registra la presenza dei vini veneti, di quelli friuliani, di quelli piemontesi. In tutta la rassegna abbiamo ravvisato una sola cantina campana e una sola cantina calabrese, che però abbiamo degustato ampiamente.

Questa manifestazione serve solo a far conoscere e non a vendere le bottiglie di vino. Serve a creare contatti. Noi, paradossalmente, abbiamo trovato i nostri contatti, ma fuori dalla Romagna. Anche perché ai vini della Romagna c’eravamo dedicati nel pomeriggio…

… eh già, mi direte “Quando si organizza un viaggio si pianifica tutto“. Ok, e noi tendenzialemente non pianifichiamo mai. Ma se siamo in terra di vino e di cantine sociali pensiamo che, così come avviene in Toscana, in Calabria, nell’Oltrepò Pavese, ci sia modo non dico di assaggiare, ma quantomeno di acquistare vino. Ebbene, pare che in Romagna non sia possibile: il vino prodotto viene evidentemente trasmesso per la maggior parte ai grandi distributori e produttori. Nel territorio ci sono sì delle tenute, ma non esiste l’esperienza della visita/degustazione in cantina o vigna. Un vero peccato.

bada che degustatori a Lugo!

Comunque, senza andare in vigna, noi siamo stati da Stappami, enoteca di Lugo il cui proprietario, gentilissimo e ciarliero, non si è tirato indietro davanti alle domande scomode del mio compagno, ma anzi avendone gusto. Bravo, anzi bravissimo.

Un sorso di Romagna: la Sagra del vino tipico romagnolo di Cotignola

Incredibilmente nello stesso weekend si svolgono due manifestazioni legate al vino: il Vén – Vignaioli e terroir che abbiamo visto poc’anzi a Lugo, e la Sagra del Vino tipico romagnolo a Cotignola. Una bella sagra, vissuta dai cittadini di Cotignola e dei dintorni: a noi che ne arrivavamo da Prato i nostri vicini di tavolata ci hanno accolto come amici di lungo corso, facendo battute, ma chiedendoci incuriositi perché da Prato fossimo arrivati fin lì. Abbiamo risposto che ci piace girare per luoghi lontani dai soliti percorsi turistici e hanno assentito. Perché effettivamente Cotignola, l’avrete notato dalla descrizione più sopra, non è una meta turistica. Ma a noi non interessa che un luogo abbia vocazione turistica o meno. A noi interessa conoscere sempre di più di questa nostra bella e grande Italia e ogni luogo nuovo è una bandierina in più sulla nostra personalissima mappa.

Torniamo alla sagra: atmosfera festaiola sotto il capannone, un’organizzazione davvero efficace che accompagna gli avventori all’assegnazione del tavolo e che serve ai tavoli i piatti acquistati in cassa.

Il menù prevede piatti della cucina tipica di questa parte di Romagna: cappelletti al ragù, cazùn (una sorta di spaghettone a sezione quadrata) allo scalogno, il castrato e lo stufato di pecora sono i piatti che abbiamo gustato noi, accompagnati da autentica piadina romagnola e una bella bottiglia di Sangiovese.

Fuori dal capannone, camminando per le strade di Cotignola, si incontrano alcuni punti di street food perché la festa si sviluppa per tutto il paese. Inoltre con l’occasione è aperto al pubblico la sera, ad ingresso gratuito, il Museo Varoli con la sua collezione di arte contemporanea.

Idee per mangiare e indirizzi utili per acquistare il vino

Non abbiamo solo visitato i luoghi, Cotignola e Lugo, ma ovviamente abbiamo anche provato la cucina tipica (non solo in sagra) e acquistato i vini prodotti locali. Qui vi racconto dove abbiamo mangiato a pranzo a Lugo e dove abbiamo acquistato il vino.

Partiamo dal pranzo. E torniamo a Lugo, al Pavaglione, quel grande e bel quadriportico monumentale sotto i cui portici si aprono locali e negozi di vario genere. Qui abbiamo mangiato da Amici Miei, una Vinosteria, come si definisce, che propone piatti della cucina tipica, come l’insalata di radicchi e bruciatini, ovvero radicchio e pancetta saltata in padella e condita in una riduzione di aceto che sgrassa e mi consentirebbe di mangiarne a quintali: mi piace da pazzi. L’altro piatto che proviamo sono i passatelli che solitamente sono in brodo, ma che questa volta sono ripassati in padella con stracchino e pancetta. Che ve lo dico a fa’? Il tutto annaffiato da abbondante Sangiovese della casa, imbottigliato direttamente da questa bella vinosteria.

Consigli per gli acquisti di vino? Eccoci! Abbiamo due opzioni. L’opzione uno è a Cotignola, nel punto vendita di Agrintesa, dove potete acquistare vino in bottiglia o sfuso (sangiovese, trebbiano, lambrusco e vini frizzanti) e frutta e verdura a km zero: un vero tesoro di biodiversità.

L’altra opzione è andare in enoteca. Noi abbiamo scovato a Lugo l’enoteca Stappami, il cui proprietario, molto preparato e disponibile alla chiacchiera, ci ha intrattenuto sulle caratteristiche dei vini, ma anche sul perché le aziende vinicole non vendono al dettaglio ai privati.

In effetti non eravamo preparati a questo. Pensavamo, venendo dalla Toscana, dove le cantine consentono la possibilità ai privati di acquistare e/o di visitare la cantina, e avendo sperimentato la stessa esperienza più volte in Calabria e anche (va detto) a Levanto, in Liguria, nonché nell’Oltrepò Pavese e nelle Langhe, che fosse cosa normale che le cantine dialogassero anche con i privati. Invece no. In Romagna gli impianti sono a livello industriale, e non vendono direttamente ai privati che vogliono acquistare vino. Un vero peccato, perché a noi invece diverte molto entrare in azienda, vedere i silos in acciaio, le antiche botti da collezione e magari assaggiare qualcosina. Niente da fare, in Romagna ciò non avviene. Poco male, tanto diverse bottiglie le abbiamo acquistate lo stesso, proprio in enoteca.

Questa è una terra che vale proprio la pena di approfondire, e infatti alla prima occasione utile ci vogliamo tornare, anche per tornare a Comacchio, che è poco lontano da qui, e che è rimasta nel nostro cuore.

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