4 cose da fare e da vedere a Olbia

Sono appena rientrata da un brevissimo tour della Sardegna. La prima tappa è stata Olbia, dove sono atterrata con l’aereo da Fiumicino. Ho passato in città una giornata, durante la quale ho passeggiato in centro storico, ho visitato il museo archeologico, ho scoperto la streetart e ho pure fatto una degustazione di vini.

A Olbia spesso si arriva per partire subito, verso una qualsiasi altra destinazione sull’isola. Oppure si corre subito in spiaggia, specie in estate. Invece Olbia merita una sosta. Ecco allora 4 cose da fare e da vedere a Olbia prima di (ri)partire.

1. Visitare il Museo archeologico di Olbia

Proiettato sul mare, questo bell’edificio ospita un museo archeologico decisamente interessante. Innanzitutto è gratuito, incredibilmente, visto che all’ingresso viene anche fornita un’audioguida, essenziale per poter visitare il museo.

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Una delle due navi romane esposte al museo archeologico di Olbia

La prima sala è un capolavoro: sono esposti gli scafi recuperati di due navi romane affondate nel porto di Olbia dai Vandali quando invasero l’isola assaltando proprio Olbia. Gli scafi di legno sono stati recuperati trave per trave, restaurati e stabilizzati onde evitare il deperimento del legno, infine musealizzati e a vedersi sono spettacolari.

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Lucerne come se piovesse nella vetrina del museo archeologico di Olbia dedicata all’età romana

L’esposizione poi prosegue in senso cronologico ripartendo dall’inizio, ovvero dalla Preistoria, passando poi all’occupazione Fenicia, alla fondazione della colonia greca di Olbia (sono i Greci infatti a dare il nome alla città), quindi all’occupazione punica/cartaginese e infine a quella romana. Ad ogni epoca corrispondono vetrine in cui oggetti significativi della cultura materiale delle singole epoche raccontano di quelle fasi di vita. Tra gli oggetti più interessanti c’è un’anfora romana che trasporta ancora i resti di garum, la salsa di pesce macerato saporitissima che piaceva tanto ai Romani, un insieme di lucerne, alcuni gioielli dalle necropoli cartaginesi e le stoviglie andate a fuoco nell’incendio delle navi in quel nefasto 450 d.C. quando i Vandali assaltarono la città. L’esposizione termina con l’età medievale e moderna: dopo l’assalto dei Vandali Olbia decade per secoli, l’abitato si restringe, il porto perde importanza nonostante la sua baia protetta: i traffici commerciali nel Medioevo riguardano infatti più la parte occidentale della Sardegna, rivolta verso la Spagna, e il versante affacciato sul Tirreno ne risente negativamente.

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Anfora per il garum e resti di pesce macerato al suo interno! Un ritrovamento eccezionale esposto al Museo archeologico di Olbia

Olbia torna a nuova vita nel Novecento, dapprima in epoca fascista, quando le è riconosciuto il nome originario (nel corso del medioevo l’aveva perso), e poi per tutta la seconda metà del XX secolo, quando diventa porto di riferimento per i trasporti marittimi provenienti dal Tirreno.

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L’età medievale è illustrata da alcuni piatti in ceramica provenienti da vari luoghi di produzione d’Italia

E oggi com’è Olbia? Per scoprirlo andiamo a fare un giro nel centro storico.

2. Passeggiare nel centro storico di Olbia

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La Chiesa di san Paolo a Olbia

Il centro storico di Olbia non è particolarmente esteso ed è proiettato verso il mare. Reso pedonale, è oggi una bella passeggiata che dalla passeggiata a mare, dominata oggi dalla ruota panoramica, conduce alla chiesa parrocchiale di San Paolo, il monumento forse più significativo della città.

Appena entrati in centro storico dal lato del mare, sulla destra una piccola barchetta è poggiata su un tratto di strada basolata: è ciò che rimane a vista dell’antico insediamento romano.

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Passeggiando per il centro di Olbia

Altri resti antichi emergono qua e là, di molti altri invece la memoria è affidata alla toponomastica: come via delle Terme o via dell’Acquedotto Romano, per esempio. Olbia è una città a continuità di vita dall’epoca fenicia fino ad oggi, per cui sotto le strade e gli edifici attuali un tempo si sviluppava la città romana, che a sua volta veniva dopo il centro cartaginese, il quale a sua volta occupava la colonia greca che si era installata su un centro fenicio.

Questa continuità non si riesce a leggere semplicemente camminando per strada, ma è grazie alla visita al museo archeologico che si possono apprendere queste cose, così come si può apprendere che la chiesa di San Paolo sorge sui resti del tempio di Eracle, il quale a sua volta prendeva il posto del tempio fenicio dedicato al dio Melqart. La piccola altura su cui sorge San Paolo è dunque un luogo veramente antico. La chiesa, invece, si distingue per la sua struttura in pietra a vista e per la bella cupola in maioliche colorate, che si nota anche da distante.

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Anche Olbia ha la sua ruota panoramica

Il centro cittadino si è sviluppato in senso turistico e, diciamo pure, glamour, solo negli ultimi 10 anni: oggi è tutto un fiorire di localini, ristoranti e negozi di abbigliamento anche di pregio. Shopping di qualità oppure un buon cocktail per l’aperitivo, magari da Spirits Boutique ed ecco che una passeggiata in centro ad Olbia diventa un’occasione per entrare nella movida cittadina come un vero abitante della città.

3 Scoprire la streetart di Olbia

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Uno dei murales che si incontrano a Olbia

L’esplosione della streetart è un fenomeno piuttosto recente, a Olbia come altrove. Ad Olbia, in ogni caso, sono stati portati avanti negli ultimi anni progetti anche istituzionali volti alla riqualificazione dei luoghi attraverso i murales. Alcuni luoghi di Olbia sono proprio deputati alla streetart: la zona intorno alla stazione, per esempio, è un muro continuo sul quale si alternano i murales di numerosi artisti che usano la parete verticale come tela per le proprie opere. Tema ricorrente, spesso e volentieri, è l’ambiente, l’ecologia, la denuncia di un mondo rovinato dalla plastica. Alcune opere sono piuttosto dure, altre sono più evocative, ma appare evidente che qui non siamo davanti ad imbrattamuri né a degrado urbano: qui c’è un progetto di riqualificazione urbana in senso moderno, che passa proprio dalla streetart.

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Il bel murales di Alessandra Tortone a Olbia

Si spiega così il bel murales di Alessandra Tortone, realizzato in collaborazione con Hello Olbia, in cui vediamo il faro di Olbia, la costa, il mare e due bimbi che tirano l’aquilone. Un bel biglietto da visita per la città, che piace sia ai grandi che ai piccini (non per niente è l’immagine di copertina di questo post, ed è molto instagrammabile, tra l’altro!).

4 Degustare vini presso le Tenute Olbios

A pochi km da Olbia, in campagna, si trovano le Tenute Olbios. Immerse nel verde pettinato dei vigneti, le tenute offrono la possibilità di fare wine tours e degustazioni guidate alla scoperta dei vini di produzione propria e dei prodotti del territorio. Si segnala per il bouquet davvero particolare un vino rosato di nome Cavè che riassume in sé tutta la salinità della terra e i profumi delle erbe aromatiche (io ci ho sentito una punta di rosmarino) del territorio. Anche il rosso, di nome Nessuno (come Ulisse) è un concentrato di uve dal profumo intenso, potente, adatto per le carni rosse della cucina sarda.

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Momento di degustazione: vino rosso e selezione di pecorini sardi

Il prodotto più eccellente, però, è quello splendido vino al cucchiaio, che non è gelatina, non è composta né marmellata, ma è un concentrato di uve mature ed estremamente zuccherine: è come bere un passito solidificato ma neanche troppo. Una prelibatezza assoluta. Il luogo in sé, poi, è elegante, con ampie finestre che guardano alle vigne. Splendido potersi distrarre un pochino qui, prima di riprendere il cammino.

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Vino rosso con vista sulle vigne delle Tenute Olbios, vicino Olbia

*    Non avrei potuto scrivere gran parte di questo post senza la preziosa guida di Daniele Pipitone, Un sardo in giro che sono felice di avere come amico di ormai vecchia data: con lui il concetto di “travel with local” è perfettamente espresso: lui mi ha accompagnato alla scoperta del centro storico e della streetart. La degustazione di vini invece è stata possibile grazie a Sardinia MICE Network della quale sono stata ospite durante la mia permanenza in Sardegna.

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